La bomba burocratica sui bagni di Desenzano

La Leonessa
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È infelice la scelta di tempo: come la giri e come la pirli, mettersi a cercare bombe e munizioni dell’ultima guerra sui fondali della spiaggia più importante della cittadina, vietando i bagni in piena stagione balneare e nel bel mezzo della tanto invocata ripresa turistica, non è il massimo del tempismo. Tanto più che il divieto di balneazione scattato ieri per «bonifica ordigni» sulla spiaggia del Desenzanino non è causato da un allarme bomba concreto, urgente o immediato: è un’operazione di routine, in previsione dei lavori di restyling del lungolago che inizieranno in autunno. Ma appunto in autunno, non domani o dopodomani: ha senso vietare ora la balneazione, col rischio che il ritrovamento di qualche granata arrugginita o di una cassa sospetta possa prolungare i tempi ben oltre i pochi giorni previsti? Chi sta in alto ha stabilito che sì, ha un senso. Far scattare l’allarme bomba in assenza (fino a prova contraria) della bomba, vietare la balneazione nel bel mezzo della stagione balneare, tormentare anche chi vuole solo prendere il sole con richiami ripetuti all’altoparlante («non entrate in acqua!», tipo lo sceriffo Brody nel film Lo Squalo), secondo chi rappresenta le competenti autorità è perfettamente sensato. E se fosse questa la vera bomba da bonificare?

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