I sogni del Faraone, qualcuno se li ricorda? È tutto nelle Sacre Scritture (Genesi 41): il sovrano d’Egitto fa uno strano e terribile sogno, le vacche belle vengono divorate da vacche brutte e magre, le spighe nei campi sono prive di semi, i granai si svuotano. Allora uno schiavo, tale Giuseppe chiamato a interpretare l’arcano, chissà come capisce tutto: ci saranno anni di vacche grasse e di rigogliosi raccolti, poi seguirà una terribile carestia. Meglio prepararsi: fare scorte, fare opere idrauliche per irrigare i campi, assicurare foraggio alle bestie. Così succede e lo schiavo riceve tutti gli onori. Ma oggi nessun Faraone, nessuno di chi ci comanda e governa il mondo dall’alto di qualche torre d’avorio, ha saputo vedere e prevenire i mutamenti climatici e la siccità, l’inflazione e i costi energetici alle stelle. E se ne sono accorti a proprie spese gli allevatori di vacche. Come in alta Valcamonica, dove alla fiera di San Gallo con le loro bestie hanno dovuto fare tutti gli stessi magri conti: la fienagione è stata scarsa, la siccità ha svuotato i fienili, il foraggio andrà acquistato a caro prezzo e le bollette divorano già ogni ricchezza, come le vacche brutte del racconto biblico. L’Egitto quella volta fu salvato. Ma oggi purtroppo per noi nessun Faraone e nessun Giuseppe ci riempiranno i fienili.