Ma Desenzano sa o no di avere un campione?

Ma Desenzano sa di avere il campione italiano più conosciuto al mondo? Perché rimane così indifferente alle imprese del «suo» Marcell Jacobs, che a suon di vittorie è sempre più dentro la leggenda non solo dell’atletica ma di tutto lo sport? La sera della finale dei 100 metri agli Europei, nessun maxi schermo, zero appelli delle istituzioni a ritrovarsi per tifare il proprio concittadino più illustre, che porta il nome di Desenzano in giro per il mondo con il suo sorriso dolce e la bellezza della sua corsa. Ieri mattina - in centro, sul lungolago, in periferia - non c’era alcun segno di quanto era successo la sera prima a Monaco di Baviera. Non una bandiera tricolore esposta, non una foto del due volte campione olimpico, non una vetrina addobbata per l’occasione. A parte un post sui social del Comune e l’iniziativa per pochi intimi allo stadio Tre Stelle guardando la semifinale su un cellulare e la finale su un monitor montato in fretta e furia, Desenzano ignora e va avanti, come se non provasse emozioni. E se nemmeno uno come Jacobs, con le sue imprese, riesce a suscitarle, allora è grave. Oppure Desenzano davvero non sa di avere il campione italiano più conosciuto al mondo?

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