Ma il bonus vitamina é davvero un lusso?

La Leonessa
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La bonus-mania è la nuova pandemia, incruenta e invisibile. Sembra che la l’esistenza anzi, la sopravvivenza ai tempi del coronavirus ruoti attorno a benefit, rimborsi, sconti e persino lotterie degli scontrini. In questo vortice di occasioni da cogliere al volo si rischia di perdere il senso e lo spirito del bonus parola latina «ispirata» al termine buono, nobile, onesto e favorevole. Uno spirito già oltraggiato quando il Governo ha sventolato l’emblema del benefit riservato ai monopattini elettrici. Ecco, magari le famiglie non riescono a imbandire la tavola, ma i figli possono sfrecciare sui monopattini grazie agli incentivi statali. A furia di riempirsi a sproposito la bocca di bonus si rischia di snobbare anche proposte apprezzabili. Come il bonus vitamina, frettolosamente bocciato dall’Amministrazione civica di Gussago. La salute degli anziani merita uno sforzo collettivo in tempi difficili. Sulle persone fragili non bisogna lesinare risorse. E poco importa se i cocktail di vitamine e integratori non hanno un’efficacia provata nella prevenzione del Covid. Quel piccolo gesto di rimborsare una «medicina», fosse anche solo da effetto placebo sarebbe stata una carezza alle persone più esposte alla pandemia, un gesto di vicinanza in tempi di solitudine.

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