Manuel il pompiere e i vecchi astronauti

È troppo piccolo Manuel Pintossi per sapere che noi «grandi», quando eravamo bambini come lui, sognavamo tutti di diventare astronauti. Ci avevano tirati su a pane e fantascienza, a fantasie di viaggi interstellari, tutti convinti a quel tempo che nel Duemila avremmo volato fra stelle, pianeti, galassie. Che sarebbe stato bello, ma anche un po’ pericoloso, un mestiere da eroi: gli alieni e i meteoriti, gli anni luce e l’incognito. E noi bambini di 30, 40 o 50 anni fa allora sognavamo un futuro da eroi spaziali, coraggiosi, senza limiti nell’universo infinito. Poi abbiamo scoperto, un po’ alla volta e per questo senza grosse delusioni, che la nostra generazione su Alpha Centauri non ci sarebbe mai arrivata. Manuel invece, ne parliamo oggi sul giornale, a 5 anni è figlio di un mondo in cui i bambini sognano ancora, ma sognano cose possibili e vere, da eroi di questo mondo: lui vuole fare il pompiere. E per un giorno quel sogno lo ha vissuto. Grazie a una letterina di sua nonna al comando dei Vigili del fuoco, Manuel è stato accolto in caserma, messo al volante di uno di quei favolosi camion rossi, al suono della sirena, come un vero pompiere e un vero eroe. Possiamo solo essere contenti per lui, per l’emozione che ha provato. Mentre noi ancora stiamo sognando le stelle.

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