Scolari nei «pollai» quanto tempo perso

Il suono della prima campanella sembra ancora lontano, ma non così tanto. In ogni caso due mesi di vacanze sono volati: la scuola è terminata lo scorso 8 giugno, poi ci sono stati gli esami, e le meritate ferie. Ma, giorno dopo giorno, il tempo passa, e due terzi della pausa estiva è già alle spalle. Così è già anche ora di guardare avanti, anzi pare che sia pure tardi per certi aspetti: e alcuni problemi per così dire «storici» sono pronti per ripresentarsi anche al via del prossimo anno di lezioni. A cominciare dalle classi «pollaio»: il sovraffollamento che il Covid avrebbe dovuto insegnare a contrastare è ancora lì che attende gli studenti bresciani. Vero, qualche preside ha già deciso che continuerà a preparare aule e classi con i criteri utilizzati durante la pandemia, ma per altri questo non sarà. Più che altro, non sono stati mai regolamentati e revisionati i criteri di formazioni delle classi: così ci si arrangia al meglio che si può, i dirigenti a volte sono costretti ai miracoli e gli studenti si devono adattare a quello che trovano. Ma chi deve pensare a questi problemi che da anni affliggono la scuola, cosa ha fatto negli ultimi mesi? Sarà ancora corsa contro il tempo, e a rimettersi con tutta probabilità saranno nuovamente i ragazzi.

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