Se il tiro a segno è contro il buonsenso

Succede con una certa frequenza: confronti, battaglie, repliche e controrepliche si risolvono con una ripartenza da zero che non fa bene a nessuno. E in particolare, nel caso in questione, a un ente locale che viene indirettamente smentito nelle proprie affermazioni. Stavolta è successo a Gavardo, e l’ente locale è il Comune che, dopo aver sostenuto ufficialmente la mancanza di elementi per intervenire chiedendo al Tiro a segno nazionale di fare meno rumore, si è visto costretto a cambiare rotta dopo una sentenza del Tar. L’impianto convive forzatamente con un gruppo di residenti che da anni affermano la sussistenza di un forte inquinamento acustico, e anche l’Arpa, in tempi non ancora sospetti, ovvero prima del ricorso alla giustizia amministrativa e prima del «non so che fare» del municipio, aveva dato loro ragione dopo una serie di rilevamenti acustici. Adesso, paradossalmente, sarà proprio l’Arpa a fare un bis, su richiesta dell’Ufficio tecnico, chiarendo se da quelle parti si spara troppo forte. Ecco, come detto si ricomincia, cancellando verifiche pregresse e chiedendo l’intervento di un soggetto terzo chiamato a replicare se stesso. Speriamo che stavolta il «processo» si fermi al secondo grado di giudizio.

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