Se la scuola è in salita si cambia subito strada

Un film già visto: «Quale scuola farà suo figlio?» «Ma un liceo!». Chiaro. Perché rispondere altro - un istituto professionale, per esempio - fa meno figo. Così tanti genitori di altrettanti ragazzi, destinati nel passaggio dalle medie alle superiori a pedalare in salita e controvento per capriccio paterno e/o materno. E come ci si può stupire poi che molti di loro cambino scuola quasi subito? Gli ostacoli sembrano presto insormontabili, quando corri una gara che non senti tua. Se sei nato per saltare in lungo e ti costringono a puntare tutto sui cento metri. Questo cortocircuito di ambizioni genitoriali e frustrazioni filiali può nascere in modi diversi: c’è chi è così orgoglioso di aver frequentato un liceo da non ammettere l’idea che i figli non compiano la stessa impresa; c’è chi, invece, quel liceo non l’ha frequentato o finito mai e ora riversa la sua delusione sui malcapitati eredi. Il risultato non cambia: ragazzi infelici e scuole dalle porte girevoli. Colpa di una generazione boomer che considera ancora il classico e lo scientifico come il club ristretto in cui bisogna entrare per forza, come se il futuro dipendesse soltanto da quello. Invece l’orientamento proprio a quello serve: a costruirsi un futuro senza dover pedalare controvento e in salita.

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