Tra sportelli flop e digitale boomerang

Se non hai l’amico giusto al ministero o in Regione sei perduto. Se hai tutti i documenti in regola sicuramente non riuscirai ad avviare la pratica. Se non hai tempo, soldi e pazienza non uscirai mai vivo dal percorso a ostacoli della burocrazia. Ma siamo sicuri che lo spettro delle procedure-lumaca evocata da cittadini e imprese non sia un alibi? Di certo la rivoluzione digitale non è una pastiglia di Cialis che renderà precoce il coito delle autorizzazioni degli uffici pubblici. Spesso le soluzioni diventano un boomerang. Le centrali uniche di committenza che avrebbero dovuto accelerare gli appalti sono state spesso usate in modo fraudolento per aggirare le norme. Lo Sportello Unico per le Attività Produttive che doveva far viaggiare i dati e non le persone con scartoffie al seguito, in troppe occasioni è stato un flop perché utenti e uffici dialogavano su piattaforme digitali diverse. E il dialogo si trasformava in una surreale conversazione tra un calvalcante del Montana e uno Zulù. Chiari con fiducia incrollabile ci prova diventando capofila del progetto di Suap per nove Comuni. Una novità accolta tra speranza e scetticismo dalle imprese del comprensorio. Chi vivrà vedrà, perché lo spettro della malabucrazia si alimenta anche degli errori strategici della digitalizzazione.

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