leonessa

Valcamonica in treno. Linea troppo fragile

Sul povero trenino della Valcamonica nel corso dei decenni si sono sprecati sberleffi, imprecazioni, ironie ad ampio spettro. Ma che colpa ne ha la Brescia-Iseo-Edolo se invece di pensare a metterla in sicurezza, intorno a lei è un continuo pontificare, annunciare sorti quasi metafisiche, di estensione del metro urbano con corse ogni mezz’ora da Brescia per il lago e ogni ora per la valle? Adesso poi è spuntato l’idrogeno, dal quale si attendono miracoli mai visti prima. E nel frattempo, in attesa del miracolo laico per eccellenza, ovvero che le parole si trasformino in atti, che succede? Accade che l’ennesimo nubifragio di fine luglio tra Niardo e Braone copra e strappi circa 900 metri di binari, comportando la chiusura della linea almeno fino a Natale, se tutto andrà per il meglio; ai viaggiatori l’interscambio ferro-gomma per giungere a destinazione. A chi avesse la memoria corta ricordiamo che non più tardi della primavera scorsa un’altra lunga interruzione aveva mutilato i binari a Cedegolo, colpa di un sasso piuttosto obeso che si era divertito a rotolare sul treno in transito. Tutto in pochi mesi, come si vede; e ogni volta che piove più del normale, molto frequente di questi tempi, i timori di qualche brutta sorpresa tornano a turbare il pensiero dei rassegnati pendolari.

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