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Quattro i condannati per l'orrore di Leno

Indagini alla cascina Ermengarda
Indagini alla cascina Ermengarda
Indagini alla cascina Ermengarda
Indagini alla cascina Ermengarda

Tre micini come esca, nella cascina da cui non sarebbe più tornata. Desirée Piovanelli il 28 settembre 2002 accettò d'incontrare il vicino di casa perchè era convinta di andare a vedere i tre gattini. Aveva un debole per i gattini. Trovò invece le fascette con cui venne legata, il coltello che la uccise. Non riuscirono a violentarla. Il corpo venne ritrovato, su indicazione di uno dei minorenni, alcuni giorni dopo la scomparsa, quando tutta la zona era già stata passata al setaccio. NICOLA era crollato poche ore prima. La notizia si diffuse con estrema velocità, entrò nelle classi attraverso i messaggini sui telefoni cellulari. La mattina del ritrovamento furono messi i nastri bianchi e rossi dei carabinieri tutt'intorno alla cascina. Nei giorni successivi vennero arrestati Mattia e Nico. Infine l'adulto, Giovanni Erra. I carabinieri lavorarono con una pressione mediatica altissima, in considerazione della gravità del caso. Pressione che si protrasse per settimane. Ma proprio l'intuizione di un carabiniere, il luogotenente Domenico Zamparini, relativa ad una scheda telefonica, si rivelò vincente. Poi arrivarono i giorni dei processi. Nicola venne condannato, definitivamente, a 18 anni di reclusione, Nico a 15, Mattia a 10, mentre Giovanni Erra a 30 anni. Attualmente Nicola è detenuto, così come Giovanni Erra. È in regime di semilibertà Nico, mentre Mattia è tornato in libertà. Leno ebbe bisogno di tempo per metabolizzare la tragedia. A rendere tutto più difficile il susseguirsi di fatti a pochi distanza gli uni dagli altri. Fatti che sembravano non lasciar intravedere la fine all'orrore. E il procrastinarsi di questa prima fase indusse gli operatori dell'informazione a non lasciare il paese per poter inviare le notizie dell'ultima ora, che non sembrava arrivare mai. Arrivarono invece gli psicologi per incontri pubblici affollatissimi. Ancora oggi, quando si parla della famiglia Piovanelli, la mente e il cuore dei lenesi vanno a Desirée. M.P.

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