CENTRO TEATRALE BRESCIANO

"Calma Musa Immortale": da stasera lo spettacolo itinerante attorno alla bellezza della Vittoria Alata

di Stefano Malosso
Marco Archetti e Silvia Quarantini sono gli autori, Fausto Cabra il regista: "La storia è un circolo vizioso fatto degli stessi errori. Si può rompere la spirale che si dipana nel tempo?"
Oggi, domani, 24, 26, 27 giugno: recite giornaliere in città  UMBERTO FAVRETTO
Oggi, domani, 24, 26, 27 giugno: recite giornaliere in città UMBERTO FAVRETTO
Oggi, domani, 24, 26, 27 giugno: recite giornaliere in città  UMBERTO FAVRETTO
Oggi, domani, 24, 26, 27 giugno: recite giornaliere in città UMBERTO FAVRETTO

•• Lo sguardo delle statue osserva lo scorrere della Storia, registrandone gli albori, i conflitti, le alterne fortune che nei millenni si alternano di generazione in generazione abitando le epoche. Uno sguardo che diventa Storia a sua volta, un lungo racconto ininterrotto. È attorno alla bellezza della Vittoria Alata, realizzata nel I secolo d.C., che si scioglie il magma narrativo di «Calma Musa Immortale», il progetto realizzato dal Centro Teatrale Bresciano con Fondazione Brescia Musei per celebrare il piano di restauro della statua che torna in città con tutto il suo splendore.

Lo spettacolo itinerante accompagnerà il pubblico dal Museo di Santa Giulia attraverso Brixia Parco Archeologico di Brescia Romana, fino ad arrivare alla cella in cui è custodita l’opera, fulcro attorno al quale Fausto Cabra, ideatore e regista del progetto, e gli autori Marco Archetti e Silvia Quarantini hanno costruito il loro viaggio drammaturgico. Lo spettacolo (biglietto 15 euro, circuito Vivaticket o in biglietteria) debutterà stasera e sarà replicato nelle giornate del 19, 20, 24, 26 e 27 giugno, con 6 recite giornaliere alle ore 19, 19.45, 20.30, 21.15, 22 e 22.45 affidate all’interpretazione di Anna Gualdo, Alfonso De Vreese, Alberto Onofrietti, Pablo Ezequiel Rizzo, Filippo Porro e Isacco Venturini, anime erranti attraverso scenari fantastici e tracce del reale conservate nel parco monumentale. Un viaggio nel tempo affrontato con molteplici linguaggi, tra immagine, suono e parola per rendere il senso della storia e l’immortalità della bellezza. «Ad interessarmi non è tanto ciò che è cambiato attraverso i millenni - spiega Fausto Cabra -. Mi sono chiesto cosa collega la civitas romana che accoglieva la Vittoria Alata alla città piagata di oggi. Cosa non è mutato, nel tempo?».

Al centro della riflessione drammaturgica c’è la memoria, ciò che fatalmente si ripresenta attraverso le epoche. «La storia è un circolo vizioso che ricade negli stessi errori: è possibile rompere questa spirale che si dipana nel tempo? Ci siamo immaginati, nel giorno dell’arrivo della Vittoria Alata, la genesi di un uomo chiamato Caino, che porta su di sé la maledizione di essere imprigionato in uno scafandro. Potrà rompere questa maledizione e liberarsi? Che ruolo ha la bellezza, e dunque la verità, in questa rottura?». In un percorso onirico, «un felliniano 8 e ½ contemporaneo fondato sulla memoria collettiva», inseguiamo una consapevolezza nuova. «Oggi abbiamo il compito di rompere una maledizione, che continuiamo a perpetrare di fronte alla verità della statua. Da un uomo-malattia come Caino dovrà nascere un uomo-cura». Il ritorno della Vittoria Alata si farà simbolo, energia sprigionata nel segno della bellezza. «Nella storia di Brescia, è sempre stata una sorta di deflagratore di energie. Questo è il momento per ripensarsi. Defibrillando noi stessi, rimettendoci in moto insieme a una comunità».•. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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