IN VERSIONE RESTAURATA

«Cinque dita di violenza». Gli anni d’oro del kung fu

King Boxer
Jeong Chang-hwa, 1972
King Boxer Jeong Chang-hwa, 1972
King Boxer
Jeong Chang-hwa, 1972
King Boxer Jeong Chang-hwa, 1972

Quando nel 1973 fu distribuito in Italia con il titolo «Cinque dita di violenza» (modo di dire che divenne gergale e che viene citato anche da Lino Patruno in un celebre sketch con Nanni Svampa), «King Boxer» aveva già fatto breccia nel mercato americano, anticipando l’uscita di «Enter the Dragon» («I 3 dell’Operazione Drago»), la definitiva consacrazione a stella planetaria di Bruce Lee (che stella già lo era dall’altra parte del Pacifico) e l’esplosione del fenomeno kung fu.

Una pellicola a suo modo epocale, che torna in circolazione in versione restaurata grazie all’inglese Arrow e a due meravigliosi cofanetti dedicati al catalogo della Shaw Brothers, la casa di produzione di Hong Kong che fu al centro dell’epoca d’oro del cinema di arti marziali a partire dalla fine degli anni Sessanta. Poco altro da aggiungere, se non che il tema musicale che accompagna i momenti di furia ceca del protagonista è rubacchiato dalla colonna sonora della serie americana «Ironside», scritta da Quincy Jones e poi ripresa anche da Tarantino per «Kill Bill», mentre per i titoli di coda si passa al Piero Piccioni di «Camille 2000».

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