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«Il grido»: un Antonioni da rivedere e da riamare

Su Mubi, per 110 anni dalla nascita del grande maestro del cinema
Il grido
Michelangelo Antonioni, 1957
Il grido Michelangelo Antonioni, 1957
Il grido
Michelangelo Antonioni, 1957
Il grido Michelangelo Antonioni, 1957

Per celebrare i 110 anni dalla nascita di Michelangelo Antonioni, il 29 settembre del 1912 a Ferrara, Mubi ripropone in streaming tre pellicole del cantore dell’incomunicabilità: «La signora senza camelie» (1953), «Il grido» (1957) e «La notte» (1961).

L’occasione propizia per disintossicarsi dall’eccesso di serialità compulsiva (ogni tanto fa bene: credetemi) e per riabituare l’occhio alla grammatica del grande cinema. Il consiglio spassionato è di partire da un film che è rimasto un po’ in disparte rispetto ai titoli più celebrati del maestro, «Il grido».

La trama

La pianura nella quale ci si muove, sinistramente neorealista, è quella che Antonioni chiamava casa: nebbia spessa come il pane, filari di gelsi, casupole che si specchiano nel grande fiume, paesini tutti uguali, zuccherifici e raffinerie.

Aldo (Steve Cochran) è un uomo smarrito, un inabile alla vita che dopo la fine della relazione con Irma (Alida Valli) non riesce più a trovare il suo posto nel mondo. Inevitabile la tragedia, che si materializza in un finale straziante. C’è anche la voce di Monica Vitti, che doppia quella di Virginia-Dorian Gray.

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