LA RECENSIONE

La «Siccità» di Paolo Virzì. Un mosaico vasto e corale

di Fausto Bona
I temi d'attualità in una pellicola che incarna in pieno lo spirito della commedia all'italiana
Silvio Orlando, uno dei tanti protagonisti di «Siccità» di Paolo Virzì
Silvio Orlando, uno dei tanti protagonisti di «Siccità» di Paolo Virzì
Silvio Orlando, uno dei tanti protagonisti di «Siccità» di Paolo Virzì
Silvio Orlando, uno dei tanti protagonisti di «Siccità» di Paolo Virzì

«Siccità» di Paolo Virzì può anche scoppiare dentro al cuore come dice la bellissima canzone di Mina cantata nel film da un musicista disperato e innamorato, ma l’eventuale cratere lasciato dallo scoppio non sarebbe poi così profondo. Largo invece sì, tanto da comprendere la Città Eterna e il Tevere, del tutto (e digitalmente) prosciugato dai tre anni di siccità immaginati dal regista livornese e dai suoi collaboratori in fase di scrittura, cioè Francesca Archibugi, Francesco Piccolo e Paolo Giordano.

Lo spirito della commedia all'italiana

«Siccità» è un film corale e vasto: non ha nulla da invidiare a certi grandi film americani come «Nashville» e «America oggi» e se ne differenzia per lo spirito della commedia all’italiana reincarnatosi in molti dei personaggi creati da Virzì, a volte geniali nel dar vita a figure divertenti perfino in drammi e melodrammi.

Saranno anche un po’ brutti, sporchi e cattivi, ogni tanto, ma Virzì saggiamente non schiaccia il pedale del grottesco ma quello dell’empatia.

Temi di grande attualità

I temi che innervano il film sono di grande attualità: la siccità, i cambiamenti climatici, le epidemie, gli scontri di classe e generazionali; sono l’anima del film, una musica coinvolgente perché la tecnica dell’esecuzione, il gioco delle sorprese, degli abbinamenti di personaggi, e gli incastri narrativi sono impeccabili.

Nel mosaico della Roma bruciata - come la fotografia di Luca Bigazzi - dalla siccità si muovono le figure del tassista Valerio Mastandrea, del detenuto contrario a lasciare il carcere Silvio Orlando, dell’attore convertito ai social (Tommaso Ragno), di sua moglie che fa la cassiera (Elena Lietti), della dottoressa che ha scoperto il nuovo virus (Claudia Pandolfi), della diva gaudente (Monica Bellucci). Pezzi di un’umanità vera e viva.•.  © RIPRODUZIONE RISERVATA

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