Coma_Cose pronti
per Sanremo:
"Saremo noi stessi"

La copertina del nuovo album dei Coma_Cose "Nostralgia"
La copertina del nuovo album dei Coma_Cose "Nostralgia"
La copertina del nuovo album dei Coma_Cose "Nostralgia"
La copertina del nuovo album dei Coma_Cose "Nostralgia"

La loro prima volta è qualcosa di molto diverso da un semplice debutto. I Coma_Cose si preparano al primo Festival di Sanremo con le credenziali di chi ha già dimostrato così tanto in pochi anni da poter portare sul palco dell’Ariston un piccolo mondo dalle coordinate chiare.

I colori della musica del bresciano Lama e di California (Fausto Zanardelli e Francesca Mesiano, coppia nella musica e nella vita), da 4 anni fiore all’occhiello dell’Asian Fake, animano un pop 2.0 allergico alle definizioni. Un po’ canzone classica un po’ hip hop, electro ma non soltanto, testi raffinati dallo stile ben definito (sia per la metrica che soprattutto per i contenuti freschi e sorprendenti) per voci abili a completarsi.

Immagini urban, sensibilità cantautorale. Non a caso Samuele Bersani (fra gli ospiti nella serata dei duetti) li ha descritti come una delle cose migliori del panorama italiano. Dal 2 al 6 marzo saranno in riviera con la loro «Fiamme negli occhi»: il brano del Festival, ma anche l’apripista del nuovo album Nostralgia in uscita il 16 aprile.
«Siamo contenti e orgogliosi di portare a Sanremo una proposta che ci rappresenta al 100 per 100 - racconta Fausto nell'intervista concessa a Bresciaoggi: domani in edicola la versione integrale -. Saremo noi stessi. Dal giorno zero siamo sempre stati fedeli alla nostra linea. Siamo venuti a Sanremo per fare il nostro gioco come sempre, pronti a condurlo ma non disposti a subirlo. Ci siamo posti così e ci siamo sentiti ben voluti».


Amadeus, direttore artistico e conduttore, pur fra esclusioni eccellenti ha dimostrato di essere aperto alle nuove sonorità. I Coma_Cose di sicuro sono abituati a osare, come dimostra la scelta di portare come cover la battistiana «Il mio canto libero» con Alberto Radius e Mamakass. «Viene fuori una versione sperimentale pazzesca, sentirete. Siamo entusiasti come non mai. È un’edizione complicata, in piena pandemia, ma fare il Festival può aiutare un comparto rimasto fermo e indifeso per mesi di fronte allo stop per il Covid. E non vediamo l’ora di misurarci con un palco al quale approdiamo senza aver mai avuto bisogno di compromessi». 

Gian Paolo Laffranchi

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