D-Life, la lezione di Giusy Versace «Così sono rinata»

Giusy Versace  nella chat con Daniele Alberti ed Annalisa Colombo
Giusy Versace nella chat con Daniele Alberti ed Annalisa Colombo
Giusy Versace  nella chat con Daniele Alberti ed Annalisa Colombo
Giusy Versace nella chat con Daniele Alberti ed Annalisa Colombo

«Nel momento in cui ho rischiato di morire, ho scoperto di avere una grande voglia di vivere». 22 agosto 2005, terribile botto sull'autostrada Salerno-Reggio Calabria: durante una trasferta di lavoro Giusy Versace è vittima di un incidente automobilistico nel quale perde entrambe le gambe. Ricordi annebbiati sull’asfalto, le sirene delle ambulanza, i neon della sala operatoria, il dolore, la paura. La fede, «alla quale mi sono aggrappata per rinascere». Come lei stessa ammette oggi, «c’è stato un prima e un dopo nella mia vita… Quell’evento ha rimesso tutto in gioco ma non ha mai avuto il significato di una resa: con la testa e con il cuore si va ovunque». Il resto è storia. Una storia che Giusy Versace ha ripercorso ieri via YouTube nel quarto appuntamento targato «D-Life», progetto frutto della collaborazione tra il Comune di Desenzano, con l'assessore alle politiche sociali ed educative Annalisa Colombo in prima linea, e la Fondazione Francesco Soldano, presieduta da Daniele Alberti. Titolo programmatico: «Cambiare le coordinate». Avvincente processo interiore che «Wonder Giusy» ha vissuto con un coraggio fuori dal comune, collezionando medaglie e record fino al coronamento del sogno alle Paralimpiadi di Rio nel 2016, prima atleta italiana a correre con amputazione bilaterale. «Quelle protesi a volte vorrei lanciarle dalla finestra ma poi ci ripenso e me le tengo, perché ogni giorno mi riservano l’opportunità di potermi alzare. La cosa che più mi rende felice? La gioia, l’emozione, il brivido e l’orgoglio che ho regalato alla mia famiglia. Pensando ai giovani, amo citare una frase: ‘Difficile non vuol dire impossibile. Vuol dire solo difficile’».•. Gi.Bu.

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