Due scuole per il Festival Pianistico Francia e Russia con Debargue

di Luigi Fertonani
Lucas Debargue: questa sera atteso sul palco del Teatro Grande, è arrivato sulle cronache del pianismo internazionale ufficialmente nel 2015
Lucas Debargue: questa sera atteso sul palco del Teatro Grande, è arrivato sulle cronache del pianismo internazionale ufficialmente nel 2015
Lucas Debargue: questa sera atteso sul palco del Teatro Grande, è arrivato sulle cronache del pianismo internazionale ufficialmente nel 2015
Lucas Debargue: questa sera atteso sul palco del Teatro Grande, è arrivato sulle cronache del pianismo internazionale ufficialmente nel 2015

La scuola pianistica francese e quella russa a confronto nel recital che Lucas Debargue terrà questa sera alle 20 al Teatro Grande per il Festival Pianistico: una serata che inizierà con due brani di Gabriel Fauré, la Barcarola n. 3 op. 42 e il Notturno n. 7 op. 74, quest’ultimo un brano del 1897 e caratterizzato da un evidente influsso wagneriano. Due anche i brani di Maurice Ravel in programma, cominciando da quella Sonatina scritta nel 1905 in occasione di un concorso bandito da una rivista musicale e dedicata ai coniugi Godebsky che a Parigi ospitavano un «salotto musicale» frequentato da musicisti anche illustri. È detta Sonatina non perché sia di facile esecuzione o perché sia breve – dura più di dieci minuti – ma per il gusto conciso di ogni elemento della composizione, articolata in tre movimenti: Moderato, Tempo di Minuetto, Animato. Una grandissima attesa circonda il trittico di «Gaspard de la nuit» scritto nel 1908 e con un titolo quanto mai significativo, «Fantaisies a la manière de Rembrandt e Callot» evocando un clima sinistro, al limite dell’infernale, ispirato dai poemetti di Aloysius Bertrand a sua volta debitore verso il clima «oscuro» del Medio Evo. Il primo dei tre brani è «Ondine» e con le sue scale evoca chiaramente l’acqua e la pioggia battente mentre il secondo, «Le gibet», ci rimanda l’immagine sinistra della forca e il terzo, «Scarbo», rappresenta una sorta di gnomo, deforme e agitatissimo, «come un fuso caduto dall’arcolaio di una strega». La scuola russa giungerà alla fine della serata con Lucas Debargue, con due brani di Alexandr Skrijabin: il primo è la Sonata n. 4 op. 30, che ha costretto a ben più di una riflessione sulla sua forma, al di là del suo titolo ufficiale di «Sonata». È infatti in un solo movimento o meglio, in due senza soluzione di continuità con «Andante introduttivo - Prestissimo volando». Tanto che si è parlato spesso di Ouverture, rivolta a qualcosa che si può facilmente arguire dall’epigrafe apposta dall’autore: «Volo dell'uomo verso le stelle, simbolo della felicità». Una frase che ben rappresenta quello spirito mistico che caratterizzerà tutta la vita artistica del compositore russo. La conclusione del programma arriverà con la Fantasia op. 28 in cui Skrijabin usa raffinate armonie che sospendono spesso l’apparato tonale e che si rifanno chiaramente a modelli wagneriani. È un brano complesso dal punto di vista della tecnica pianistica ed esige uno studio più che attento, un interprete solido per la sua realizzazione. Lucas Debargue è arrivato sulle cronache del pianismo internazionale ufficialmente nel 2015, quando si è imposto al XV Concorso Ciajkovskij di Mosca dove si è aggiudicato il premio dell’Associazione dei Critici di Mosca. La sua carriera l’ha portato alla Philharmonie di Berlino e al Congertgebouw di Amsterdam, alla Konzerthaus di Vienna, al Théâtre des Champs Elysées e alla Philharmonie di Parigi. Per Sony ha pubblicato un album con musiche di Bach, Beethoven e Medtner. Debargue è anche molto attivo nell’ambito della musica da camera, con collaborazioni che vanno da quella con la Chamber Kremerata Baltica di Gidon Kremer a quella con Janine Jansen e Mischa Maisky.•. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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