Festa da applausi per il compleanno della Vittoria Alata

di Gloria Galbiati
Daniele Richiedei al violino
Daniele Richiedei al violino
Daniele Richiedei al violino
Daniele Richiedei al violino

Significativo l’omaggio martedì la Fondazione del Teatro Grande ha riservato alla cittadinanza bresciana in occasione dell’anniversario del ritrovamento della Vittoria Alata. Marco Mandolini e Daniele Richiedei ai violini, Joël Imperial alla viola, Sandro Laffranchini al violoncello e Andrea Rebaudengo al pianoforte dell’Ensemble del Teatro Grande si sono esibiti nell’incantevole cornice del Teatro Romano, simbolo dell’antica Brixia, proponendo un interessante programma dedicato al tema della classicità, che «è stato declinato in musica in maniera molteplice e con stili differenti», come ha spiegato il pianista del gruppo. Ispirati alla mitologia della Grecia antica, sono i «Mity» op. 30 del compositore polacco Karol Szymanowski, tre poemi per violino e pianoforte, di cui Mandolini e Rebaudengo hanno offerto un’interpretazione molto suggestiva. Nel primo brano, La fontana d’Aretusa, l’elemento acquatico è stato evocato grazie a sonorità fluide e leggere, quasi impalpabili, mentre in Narciso il tessuto musicale si è fatto più ricco, creando un contrappunto fitto, in una dimensione autocontemplativa e allo stesso tempo tormentata. Infine Driadi e Pan, in cui il virtuosismo dei due interpreti è stato premiato da calorosi applausi. Con il Quartetto dorico per archi di Ottorino Respighi, lo sguardo si è volto verso una classicità più recente, quella della musica vocale italiana del Cinque e Seicento: infatti, le parti strumentali sono qui concepite come fossero voci umane. Energico e deciso l’attacco dell’Ensemble, che ha mantenuto un’intesa espressiva di forte coesione, con sonorità ricche e monumentali di grande effetto, come se a suonare fosse un’orchestra d’archi vera e propria. Il dialogo tra le parti è stato condotto in maniera logica, precisa ed equilibrata, sulla base di un discorso interpretativo comune, modellato di volta in volta a seconda delle esigenze espressive della partitura, che ha richiamato lo stile arcaico della modalità rinascimentale. Dopo il vigoroso finale, entusiasmo da parte degli ascoltatori, espresso con lunghi applausi.•. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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