CINEMA

Film su Ferrari, storia della comparsa di Travagliato abbracciata a Patrick Dempsey

di Sara Centenari
Una delle figuranti scelta dal regista come «moglie» del divo, il celeberrimo dottor Shepherd di Grey's Anatomy, per il ciak

Una su mille ce la fa. A fare che cosa? A sfondare a Hollywood dopo un giorno di lavorazione sul set? No, quello lo auguriamo di cuore alla magnifica ragazza di Travagliato protagonista di questa storia, nata all'improvviso tra un ciak e l'altro. Ma il colpo di scena è di tipo ben diverso. E ha dato fuoco alle polveri della gelosia divertita di altre signore, quelle sul set e le fanciulle «fuori», disposte a spiare pure coi binocoli - da finestre e balconi - i movimenti di Patrick Dempsey su e giù per piazza Vittoria.

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Le fan del "dottor Stranamore"

Ma senza fare un viaggio nel tempo fino al Dempsey stracciacuori del 2005 non si può capire la portata di ciò che è avvenuto a Brescia. Per chi non avesse visto «Grey's Anatomy» riportiamo le risposte di una groupie cinematografica. Perché tutte amano il dottor Stranamore? Primo, per quella sua faccetta distrutta che diceva: «Ho salvato vite umane tutta la notte ma sono ancora un belloccio spaziale». Secondo, per quella sua aria da: «Ho salvato vite tutta la notte ma sono ancora disposto ad ascoltarti». Terzo: «Ho salvato ecc. ecc. e non solo ti ascolto ma ti farò vivere un'indimenticabile avventura sensuale!». E poi: sceglie la tirocinante dell'ospedale più incasinata e problematica di tutte; ha un’ex moglie più simpatica della sua amante; ha pure un amico lumacone che in realtà... Vabbè, fermiamoci, le basi son poste.

Al pilota  Taruffi serve una moglie

In piazza Vittoria per le riprese di «Ferrari» il bel Patrizio è candido come la volpe Taruffi ma per tutte ha ancora il fascino di doc Derek Shepherd, detto McDreamy. E questo anche se è stato protagonista di titoli come «Playboy in prova», «Seduttore a domicilio» e «Bridget Jones’s Baby»: era l’anti-Darcy.

Ebbene il gruppone delle comparse, arrivate da Brescia ma anche da altre città e province, ripete per l'ennesima volta la stessa scena legata alla Mille Miglia, tra finti pompieri e carabinieri di quasi 70 anni fa, e un gruppo sceltissimo di vecchie signore gialle, rosse e blu: auto dal cruscotto così lucido che un Narciso contemporaneo, specchiandovisi, impazzirebbe del tutto e fuggirebbe rombando verso Maranello.

 

La "sconosciuta" di Travagliato

Lunedì i riflettori, a un certo punto, erano simbolicamente tutti puntati su di lei: la sconosciuta di Travagliato, pescata assieme a centinaia di altre comparse scelte il 14 settembre al Gran Teatro Morato (quando i selezionatori dissero «no», ovviamente, a tatuaggi evidenti, chirurgia plastica fotonica, creste alla Sex Pistols, piattini da tè elisabettiani nelle orecchie). La ragazza, dicevamo, ha un’espressività marcata e un aspetto incantevole. Michael Mann non ha dubbi: a Taruffi serve una moglie, per le premiazioni sul podio marmoreo.

La donna prescelta è lei. Le va, signora? Ecchè, me lo faccio domandare due volte e perdo l’attimo?, avrà pensato. Detto, fatto: l’emozione era leggibile a «chilometri» di distanza. Ma come si farà nella scena a capire che è la moglie/compagna di Piero Taruffi? Serve un gesto inconfutabile. E così la ragazza questo Dempsey lo deve pure abbracciare, tout court. Le frasi delle colleghe comparse erano inequivocabili. Da «se sei stanca ti diamo il cambio» ad altri flebili lamenti.

Le comparse hanno un vincolo di riservatezza

Ora vorremmo saperne di più, of course. Ma le comparse hanno firmato un vincolo di riservatezza quindi non è stato possibile «torchiare» nessuno degli uomini con baffi, cappelli e gilet. E le signore con le unghie dipinte alla foggia degli anni Cinquanta non si fanno scucire il nome della fortunata. Momento non fotografabile o riproducibile. Ma il cinema è anche questo: soffiarsi via un po’ di polvere di stelle caduta per caso sulle nostre giacche sgualcite di spettatori e fan sfegatati, assiepati sulle transenne, e sospirare attendendo di vivere «come in prima persona» l’avventura di Enzo e compagni, in sala.

Cercando di immaginare se Ferrari-Adam Driver avrà qualche sguardo sghembo come nella serie di culto «Girls». E se Penelope ci ricorderà di più l’acerba adolescente di «Jamón jamón» o la suora di Almodóvar in «Tutto su mia madre» (sognando anche di chiederle se fu sorpresa nel vincere l’Oscar per «Vicky Cristina Barcelona» di Allen e non per «Volver» di Almodovar). E aspettando di commuoverci di fronte alle emozioni di una «moglie per caso»

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