A TORINO

Il medley con gli ucraini della Kalush Orchestra e la corsa in monopattino di Blanco e Mahmood

di Sara Centenari
Blanco, Mahmood e la Kalush Orchestra al pianoforte eseguono insieme i rispettivi pezzi
Blanco, Mahmood e la Kalush Orchestra al pianoforte eseguono insieme i rispettivi pezzi
Blanco, Mahmood e la Kalush Orchestra al pianoforte eseguono insieme i rispettivi pezzi
Blanco, Mahmood e la Kalush Orchestra al pianoforte eseguono insieme i rispettivi pezzi

Brividi al quadrato, attorno a un pianoforte. Si parte con «Mi vengono i brividi, a volte non so esprimermi. E ti vorrei amare ma sbaglio sempre  e ti vorrei rubare un cielo di perle», tra struggenti armonie al pianoforte e fiati inconsueti . E poi piano piano, il tasso di commozione aumenta perché le note su trasformano in quelle, nostalgiche e potenti, di «Stefania», il brano dei superfavoriti della Kalush Orchestra. Tocca il cuore l'amalgama tra il bresciano Riccardo Fabbriconi in arte Blanco con il partner Alessandro Mahmood (coppia musicale protagonista assoluta di questo Eurovision 2022) e i musicisti ucraini che in questi giorni sotto i riflettori del mondo, sia per il loro talento esplosivo sia per la portata del dramma che si è abbattuto, di nuovo e in modo più sconvolgente, sulla loro patria. Un momento di poesia e un appello alla fratellanza tra popoli e artisti diversi, che vede Blanco e Mahmood mettere in rilievo tutta la loro naturale capacità empatica.

Tutto questo a pochi minuti da un exploit di segno completamente diverso, giovanilistico e vitaminico: una folle corsa a perdifiato (o meglio in monopattino) tra le vie di Torino, tra una goliardata sui piemontesi che si baciano alla francese (diciamo...) e un «Azzurrooo, il pomeriggio  è troppo azzurro e lungooo, per meee» cantato a squarciagola.

Suggerimenti