L’arte contemporanea trova spazio in 5 gallerie

Una delle opere di Max Frintrop che saranno esposte a A+B Gallery
Una delle opere di Max Frintrop che saranno esposte a A+B Gallery
Una delle opere di Max Frintrop che saranno esposte a A+B Gallery
Una delle opere di Max Frintrop che saranno esposte a A+B Gallery

Quattro inaugurazioni e un finissage in cinque gallerie «cruciali» della città simbolicamente unite e interconnesse in un sabato bresciano ad alto tasso d’arte contemporanea: in ordine puramente casuale, il viaggio salpa nella molteplicità dei linguaggi salpa alle 16 da A+B Gallery, in corsetto Sant’Agata, dov’è in programma il vernissage della mostra «Mad Max» di Max Frintrop, allestita e visitabile fino al 24 gennaio. Alle 18 A PalazzoGallery, in piazza Tebaldo Brusato, inaugura invece «The disorderly» di Sonia Boyce (fino al 28 gennaio), personale che dopo «Feeling Her Way» al Padiglione britannico (vincitore del Leone d'Oro per la migliore partecipazione nazionale alla 59a Biennale di Venezia) consiste in due installazioni video unite a carte da parati stampate e a un nuovo corpo di fotografie digitali. Già alla ribalta nei primi anni Ottanta come figura chiave della nascente scena artistica nero-britannica dell’epoca, dagli anni Novanta la pratica dell’artista inglese ha iniziato a delinearsi come più multimediale e improvvisata, riunendo le persone in una pratica sociale che incoraggia a parlare, cantare o muoversi in relazione al passato e al presente. Ancora: sempre alle 18 la galleria The Address - civico 5 di via Cavallotti – presenta «Eat me» di Marina Cavadini, personale che fino al 5 febbraio apre le porte verso il suo mondo che, come sottende il titolo, «racchiude in questo invito ambiguo uno stato di trepidazione sensuale, spingendoci a ripensare la materia dalla prospettiva dell’intimità fisica…Manifestando il suo desiderio di essere divorata, la mostra esorta a recuperare la visceralità del rapporto con le immagini». I sei spazi della galleria di Riccardo Angossini ospitano una produzione molto eterogenea a livello formale, eppure parificata nel presentarsi come un continuum che spezza l’abituale frontalità d’interazione con la materia. E se Kanalidarte alle 17 ospiterà il finissage di «SessantaNovanta», viaggio retroattivo che scava dalle origini fino alle evoluzioni del pittore-scultore Mattia Moreni (1920-1999) e delle sue ricerche, dei suoi slanci e delle sue visioni, dall'Informale all'approdo a uno stile del tutto personale che l’ha consacrato fra i grandi protagonista della scena artistica del secondo Novecento, alla Galleria Massimo Minini il fermento si percepirà già dal mattino: è fissato per le 11, infatti, l’opening della mostra di Giulio Paolini intitolata «Momenti della verità», rispetto alla quale a esprimersi è lo stesso Minini: «L’importanza del lavoro di Paolini risiede nell’aver tolto ogni traccia di sentimentalismo,conservando tuttavia il sentimento. Un lavoro freddo e poetico, direi freddo e quindi poetico, di una poesia che viene da quella ragione che dovrebbe essere la base di ogni sentimento. Un lavoro che riassume, riesuma, richiama il passato portandolo a nuova vita, essenziale, mentale, un ricordo pieno di attenzione nel citare gli antichi».•. E.Zup.

Suggerimenti