IL PRESENTE. A dispetto dei suoi 155 anni il gruppo ha un look moderno

La Filarmonica
di Bagnolo apre
le porte al futuro

di Cinzia Reboni
La Società Filarmonica di Bagnolo Mella coltiva   i talenti del futuro attraverso   progetti  nelle scuole dell’infanzia   e borse di studio
La Società Filarmonica di Bagnolo Mella coltiva i talenti del futuro attraverso progetti nelle scuole dell’infanzia e borse di studio
La Società Filarmonica di Bagnolo Mella coltiva   i talenti del futuro attraverso   progetti  nelle scuole dell’infanzia   e borse di studio
La Società Filarmonica di Bagnolo Mella coltiva i talenti del futuro attraverso progetti nelle scuole dell’infanzia e borse di studio

La carta d’identità non deve trarre in inganno: la Società Filarmonica di Bagnolo Mella tra pochi mesi taglierà il traguardo dei 155 anni di vita, ma il suo sguardo è rivolto esclusivamente al futuro. Un futuro che tuttavia si affida ad un equilibrato mix tra l’esperienza dei «veterani» e l’energia dei giovani. In questo laboratorio artistico il condottiero Cristian Chiampesan - sul podio dal 2004, ma con una precedente esperienza come «bandista» dal 1990 - riesce sempre a trovare la giusta formula, anche e soprattutto grazie a tre «cavalieri» di nome e di fatto, insigniti dell’ordine al merito della Repubblica dopo 60 anni di presenza continuativa nella formazione. Si tratta di Carlo Montini, clarinettista con 90 primavere sulle spalle, entrato nella Banda nel 1947, il clarinettista Giuseppe Boselli e il sassofonista Santo Longhi, che fanno parte del gruppo «solo» dal 1953. A questi si contrappongono i talenti in erba, riuniti nella Cosmic Band, «un po’ presto per chiamarla banda giovanile - afferma il direttore Chiampesan, ma pur sempre un vivaio importante per la nostra realtà». Sono le due facce della medaglia di un gruppo che non lascia nulla di intentato pur di garantirsi un futuro. Come il progetto «Sarà...banda», avviato per il terzo anno all’interno dell’istituto comprensivo, dall’asilo alle elementari. «UN PONTE tra la scuola e la Banda - spiega Paolo Borghetti, clarinettista da 23 anni e da 7 presidente del sodalizio e dell’Anbima, l’Associazione nazionale delle Bande italiane musicali autonome -. Si tratta di un progetto gestito totalmente dalla Filarmonica, attraverso undici insegnanti che vanno nelle classi per avviare i bambini all’alfabetizzazione musicale. Poi, nelle ultime due classi delle elementari, si comincia a fare esperienza con gli strumenti. L’idea è quella di allargare l’iniziativa, coinvolgendo anche le scuole medie. Finora abbiamo ottenuto buoni risultati: abbiamo messo a disposizione anche 14 borse di studio. L’obiettivo è quello di ampliare l’accesso alla Banda, puntando sulla nostra esperienza. Rispetto al passato, ci sono meno “dilettanti“: oggi il bandista medio è molto preparato musicalmente». L’orgoglio della Filarmonica è la scuola di musica diretta da Mauro Saleri, frequentata da una cinquantina di allievi, dove si insegnano anche violino, pianoforte, chitarra e basso. «Ci sono corsi e attività di musica d’insieme per i diversi livelli di età - spiega Borghetti -. E proprio con il gruppo di fiati e con gli archi stiamo cercando di costituire un complesso di musica da camera. Con il saggio di fine anno sono state presentate piccole esibizioni: diciamo che siamo all’inizio, ma l’obiettivo è davvero intrigante». Nel frattempo la Banda è impegnata a 360 gradi sul territorio. Oltre ai servizi civili e religiosi, sono sei i principali concerti dell’anno, diventati ormai una consolidata tradizione. Dal 25 Aprile al 4 Novembre, passando per il concerto di Natale, quello di Santa Cecilia e i due dell’Estate. «A settembre suoneremo anche in occasione del congedo del parroco dal nostro paese - spiega Borghetti -, mentre il 4 Novembre sarà con noi la Banda Santa Cecilia di Lodrino, che è diretta dal nostro stesso maestro». QUANTO AL REPERTORIO, «sono piuttosto esigente - sottolinea Cristian Chiampesan -, anche se gli strumentisti mi danno una mano. È importante riuscire ad alzare sempre un po’ l’asticella e raggiungere obiettivi sempre nuovi. Suonare un po’ di tutto, evitare di fossilizzarsi e approfondire invece un po’ tutti i generi musicali. Diciamo che, grazie ai tanti impegni, possiamo “sperimentare“ di tutto: abbiamo collaborato con gruppi e cantanti pop e blues, abbiamo interpretato brani dei grandi autori italiani ed i grandi classici, fino alla lirica, come è avvenuto lo scorso anno, quando abbiamo proposto al pubblico “La Traviata“ di Giuseppe Verdi, nella trascrizione di Lorenzo Pusceddu, con la partecipazione di cantanti e coro». Più che un concerto, «si è trattato di un vero e proprio evento - sottolinea orgoglioso il presidente Borghetti -, che ha avuto un grande successo di pubblico. Per questo vorremmo riproporla anche per il prossimo concerto di Natale. Per noi è stata un’esperienza straordinaria, che ci ha impegnato molto ma ci ha dato tantissime soddisfazioni». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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