LE IMMAGINI, I CLICK E LA STORIA

di Elia Zupelli
Un’immagine dell’alluvione di Firenze (1966) in uno scatto di Giorgio Lotti
Un’immagine dell’alluvione di Firenze (1966) in uno scatto di Giorgio Lotti
Un’immagine dell’alluvione di Firenze (1966) in uno scatto di Giorgio Lotti
Un’immagine dell’alluvione di Firenze (1966) in uno scatto di Giorgio Lotti

Il centro di gravità (fotografico) permanente è focalizzato e non poteva essere altrimenti: «Capitale». Questo il tema attorno a cui ruota la sesta edizione del Brescia Photo Festival, promosso da Comune di Brescia e Fondazione Brescia Musei, in collaborazione con il Ma.Co.f - Centro della Fotografia Italiana - e la curatela artistica di Renato Corsini, che mette in campo una serie di iniziative allestite nelle più prestigiose sedi espositive della città che ruotano appunto attorno al filo conduttore Capitale e alle aree d’azione su cui si costruisce il programma. In particolare, «la cultura come cura, che reinterpreta la tradizione solidale locale, la città natura, per ridisegnare le relazioni in vista di una coesistenza sostenibile, la città dei tesori nascosti, per ripensare il rapporto con il patrimonio esistente». In altre parole, come ha parafrasato lo stesso Corsini durante la presentazione di ieri mattina all’Auditorium Santa Giulia, «I grandi protagonisti della fotografia nazionale e internazionale si fanno testimonianza di un evento e di un anno destinati a diventare storia». Fulcro ed epicentro del BPF (media di 40 mila visitatori a edizione) sarà proprio il Museo di Santa Giulia, dove ieri ha inaugurato «Luce della Montagna», a cura di Filippo Maggia, una delle più importanti esposizioni mai realizzate sul mondo delle vette, in grado di analizzare l’universo iconografico della montagna attraverso le opere di quattro maestri della fotografia: Vittorio Sella, Martin Chambi, Ansel Adams, Axel Hütte. Rotto il ghiaccio – e non solo metaforicamente, visti i vertiginosi scatti ad alta quota -, via libera a una panoramica sull’imponente ed eclettico programma che resterà nel vivo fino al 27 agosto: detto della mostra di Gianni Berengo Gardin «Cose mai viste. Fotografie inedite», ideale anteprima deL Festival inagurata nelle scorse settimane e tuttora allestita al Mo.Ca., e di quella contestuale in Pinacoteca Tosio Martinengo - «David LaChapelle per Giacomo Ceruti. Nomad in a Beautiful Land» -, sempre ieri al MaCof ecco «Natura fragile» mostra altrettanto curata da Corsini con un centinaio di fotografie di autori tra i più importanti della cronaca e del reportage italiani in cui la fragilità della natura si manifesta in tutta la sua drammaticità cioè quando fenomeni estremi, uniti all’imperizia dell’uomo, sfociano in tragedia. Scevro dalla speculazione sulla rappresentazione del dolore, il percorso espositivo scava dunque nei luoghi delle sciagure italiane che più hanno colpito il paesaggio e l’immaginario collettivo, dalle immagini di Giuseppe Palmas durante l’alluvione del Polesine del 1951, a quelle di Giorgio Lotti che riporta alla memoria i disastri dell’Arno quando invase Firenze nel 1966, a quelle di Aldo Durazzi e di Renato Corsini scattate a seguito del terremoto del Belice nel 1968 e del Friuli nel 1976, a quelle ancora di Giorgio Salomon sulla Tempesta Vaia del 2018. Parallelamente il MaCof ospiterà poi una serie di monografiche dedicate a grandi maestri italiani del Novecento: la prima, dal titolo «L’archivio ritrovato» (3 giugno-16 luglio) indagherà la ricerca di Nicola Sansone; quindi focus su Maurizio Galimberti e Federico Garolla. Non ultimo, tantissimi i progetti collaterali: dal Cinema Nuovo Eden, che dedica al tema della montagna e della sua rappresentazione sei importanti appuntamenti cinematografici, alle iniziative dislocate in provincia (Provaglio d’Iseo, Marone, Collezione Paolo VI di Concesio…), passando per le collaborazioni con l’Accademia Carrara di Bergamo, che da maggio a settembre ospiterà la mostra «Vette di luce. Naoki Ishikawa sulle Alpi Orobie», e l’Accademia di Belle Arti LABA e l’Università degli Studi di Brescia, Facoltà di Farmacia, dalla cui sinergia prenderà forma «Melissa. Forme d’intelligenza artificiale», mostra in programma dall’1 aprile al Museo Civico di Scienze Naturali, in città. Ulteriori dettagli su date e orari con un clic al sito bresciamusei.com. •.

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