MDI Ensemble Destini amari e sacri sollievi

di Luigi Fertonani
Il quartetto dell’MDI Ensemble, applauditissimo, saluta il pubblico
Il quartetto dell’MDI Ensemble, applauditissimo, saluta il pubblico
Il quartetto dell’MDI Ensemble, applauditissimo, saluta il pubblico
Il quartetto dell’MDI Ensemble, applauditissimo, saluta il pubblico

È sicuramente il «Quatuor pour la fin du temps» di Olivier Messiaen il fulcro del concerto di venerdì sera nel Salone delle Scenografie del Teatro Grande: interpretato dall’MDI Ensemble davanti a un pubblico numeroso, ha raccontato una vera e propria storia, che se è permeata dal sacro – Messiaen era molto religioso – racconta molto dell’amara sorte di molti uomini: non dimentichiamo che il Quartetto venne scritto nello Stalag di Görlitz, in Slesia, nel 1941 da un Messiaen prigioniero che lo eseguì davanti ai suoi compagni di sventura. Impossibile non pensare che il riferimento all’Apocalisse di Giovanni Evangelista si sarebbe concretizzato di lì a poco, a livello mondiale, con l’apocalisse armata degli uomini. Il Quartetto racconta letteralmente la fine del tempo, in una serie di episodi – ben 8 – che ci rimandano immagini potenti come quella dell’Angelo immenso che pone un piede sulla terra e uno sul mare e annuncia possente la fine dei tempi, o il terzo movimento intitolato «Abisso degli uccelli», un episodio molto importante che mette in contrapposizione gli uccelli con il tempo, il desiderio guizzante di luce contro appunto il tempo che rallenta e, dopo il furore delle 7 trombe che annunciano l’ira celeste, letteralmente si ferma nel movimento conclusivo. La formazione dell’MDI Ensemble ha regalato al pubblico un’intensissima interpretazione del brano di Messiaen che oltretutto ha un’estensione – un tempo molto lungo, appunto – davvero inconsueta. A differenza degli altri due brani in programma, la bellissima Sonata per flauto, viola e arpa e lo Small II di Franco Donatoni, brani estremamente diversi tra loro ovviamente, ma con lo stesso organico. In particolare Small II, interpretato da Sonia Formenti al flauto, Paolo Fumagalli alla viola e Donata Mattei all’arpa, ha offerto al pubblico un piccolo momento, ma molto significativo, dell’ultima produzione del compositore d’origine veronese che tra l’altro è sempre stato al centro dell’attenzione del bresciano Dèdalo Ensemble. Una serata speciale e importante, coronata da lunghi applausi.•. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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