SANREMO 2023

Prima serata del Festival: le pagelle dei 14 big in gara

di Luca Canini
Perfetta Elodie. Coma_Cose: vince l'intesa. Mengoni, prendere o lasciare
Elodie sul palco dell'Ariston
Elodie sul palco dell'Ariston
Elodie sul palco dell'Ariston
Elodie sul palco dell'Ariston

5: ANNA OXA “Sali (canto dell'anima)” Che sgolata, ragazzi. Il testo è da opuscolo di Scientology (non a caso c'è lo zampino di quel santone mancato di Francesco Bianconi); il contorno musicale da cena cafona anni Ottanta, con risotto alle fragole, cascate di prosciutto e bollicine sgasate. Indigestione isterica. Da qui a sabato meglio fare scorta di pastiglie Valda. Se l'obiettivo era quello di esaltare la voce di nostra signora dell'Ariston, la missione può considerarsi fallita.

4: GIANMARIA “Mostro” Velo pietoso cercasi. Il canto biascicato da tredicenne di Pioltello riesce persino a far passare in secondo piano la bruttezza a tutto tondo della canzone. La «g» minuscola poi ce la spiegherà. Intanto aggiungiamo il suo nome alla lunga, lunga, lunga lista dei nuovi aspiranti fenomeni del pop italiano senza un perché e senza un percome.

6.5: MR. RAIN “Supereroi” Arrivano i nostri. Mattia Balardi da Brescia gioca il jolly: il coro dei bimbi con le alette bianche salva baracca, burattini ed esibizione. Non ci sono slanci, non ci sono sorprese clamorose, non ci sono emozioni forti: il pezzo è boh. Ma un po' con il pianoforte e un po' grazie ai pischelli, la prima la porta a casa. Si può dare di più, cantavano quei tre là. Da qui a sabato dovrà provare ad andare oltre.

5.5: MARCO MENGONI “Due vite” Tamarrissimo in total black di pelle nera e catenazze d'oro; brano radio friendly da manuale sanremese che strizza l'occhio alla seratona finale e che si mette in prima fila sulla griglia dei favoriti per la vittoria. La platea lo osanna, lui risponde a sventagliate di acuti spacca cristalleria. Mengoni questo è. Prendere o lasciare. Io lascio volentieri.

6: ARIETE “Mare di guai” Un paio di stecche memorabili. Tremano le gambe, trema la voce. È in gita premio a Sanremo e l'emozione gioca brutti scherzi anche a quelli grandi (citofonare Roby Facchinetti). Però al primo ascolto non dispiace. Anzi... Infantilismo pop alla mela verde. La ragazza si farà anche se ha le spalle strette? Vedremo. Intanto dispensa cinque e strappa il sei in pagella.

4.5: ULTIMO “Alba” Trenta secondi e già non si capisce più come uscire dal labirinto di assonanze sceme. I violini provano a metterlo in riga ma c'è poco da fare. Quando si impaluda nella strofa lo strazio è quasi insopportabile; poi arriva il ritornello da Curva Sud e viene da rimpiangere la strofa. Ci salvi chi può. Anche qui abbondare di pastiglie Valda. C'è chi parla di papabile vincitore finale: mi permetto di storcere il naso.

7: COMA_COSE “L'addio” Arrivano i nostri bis. Le fiamme negli occhi sono un po' meno danzanti rispetto all'ultima volta. La canzone però c'è. E potrebbe crescere serata dopo serata, ascolto dopo ascolto, streaming dopo streaming. Dal palco di Sanremo ai primi posti delle classifiche. Anche perché l'intesa fatta di sguardi e di mani e di baci è quella di sempre. Sono un paio di spanne sopra la media e lo si sapeva; se poi la media è quella della prima serata, le spanne diventano tre.

7.5: ELODIE “Due” Perfetta lei. Perfetta (per lei) la canzone. Che forse non è una grandissima canzone, d'accordo, ma che le fascia i fianchi come un abitino cucito su misura (nero, ovviamente). Il look piume di corvo è da “Moonrise Kingdom” di Wes Anderson, la presenza sul palco da mattatrice consumata. Spacca alla grande. Da primi tre posti.

5.5: LEO GASSMAN “Terzo cuore” Per metà rantola, per metà si sgola. A due velocità ma non funziona. Anche perché il pezzo è mediocremente piatto. Sfido chiunque dopo averlo ascoltato a ricordarsi come fa. Mezzo voto in più per il sano entusiasmo.

6: I CUGINI DI CAMPAGNA “Lettera 22” Li manda La rappresentante di lista e già questo basta per prenderli sul serio. La canzone infatti non è male: strofetta, ritornellone synth-pop e via pedalare. Certo, poi ci sono le tastierine coordinate di Hello Kitty, i diamanti delle tutine rubati alla bici di Blanco e Mahmood e le zeppe d'ordinanza... che gli dei della decenza abbiano pietà di noi e di loro. Ma poteva andare peggio, molto peggio.

4.5: GIANLUCA GRIGNANI “Quando ti manca il fiato” Gli si vuole bene a prescindere, ma il pasticcio è clamoroso. Infierire oltre sarebbe poco civile oltre che scortese.

4: OLLY “Polvere” Non sappiamo cosa ne sia stato di Benji (provate a chiedere a Fede), ma sarebbe stato meglio per tutti se avesse optato per la serata calcetto invece di salire sul palco di Sanremo. Terrificante.

4.5: COLLA ZIO “Non mi va” La versione pastello dei Backstreet Boys. O meglio: la versione Rozzano dei Teletubbies. Spreco di lacca e di tempo. Accennano pure una coreografia per peggiorare una situazione già tragica.

5.5: MARA SATTEI “Duemilaminuti” Assomiglia a diecimila altre canzoni di Sanremo. Testo e musica hanno poco, poco da dire. Infatti lei punta tutto sul crescendo emotivo, e dopo un inizio da equilibrista con la labirintite riesce quasi a salvarsi. Quasi.

Suggerimenti