Resho spiazza con la sua «Polis»

Torna in azione il rapper-filosofo della Leonessa. Anche questa volta Resho riesce a spiazzare con «Polis», il nuovo ep disponibile anche in free download sul sito resho.it. Realizzato con il beatmaker e dj bresciano Hakeem, mixato e masterizzato da un veterano dell’hip hop tricolore come Bassi Maestro ai Press Rewind Studios, il disco è composto da una serie di «brevi saggi» sulla violenza metropolitana: storie non reali ma realistiche, che hanno l’obiettivo di «aprire una dimensione di ricerca morale sul significato dell’agire umano inserito nel tessuto sociale occidentale». Il risultato è un ascolto stimolante, netto, tagliente. Merito di un artista - Fabio Resciniti - non nuovo a questo tipo di «rap pensante», derivato da un quotidiano che lo vede impegnato nel ruolo di docente di filosofia con gli adolescenti, ma anche sul fronte della formazione degli adulti.

«HO VOLUTO affrontare questa tematica non certo per difendere la violenza, ma per indagarla e inquadrarla come componente umana inscindibile dalle altre manifestazioni – spiega -. Credo che finché non siamo in grado di vedere qualcosa con chiarezza non ci sia modo di affrontarlo e superarlo. Il tentativo del disco è di narrare la violenza in varie sue manifestazioni senza necessariamente giudicare, lasciando anzi all’ascoltatore la possibilità di formarsi un’opinione morale sulle storie che metto in scena».

«Polis» procede per gradi, partendo con «Confessioni di un artista di merda» (il titolo è preso a prestito da un romanzo di Philip K. Dick), una storia che «punta a mettere in luce il modo in cui la violenza può essere sintomo della fragilità umana pur certo non giustificando la persona che la commette», fino a «Steppa russa», ambientata nel periodo fascista.

«La musica rimane il mio modo per rimettere ordine ai pensieri, per fare uscire allo scoperto le esperienze che vivo, quindi posso dire che ho raggiunto la serenità musicale: scrivo perché mi fa bene farlo e lo faccio per me. La scena bresciana? I giovani che ho avuto il piacere di incontrare hanno l’attitudine giusta: quella dell’hip hop come cultura per una socialità alternativa e più intensa».C.A.

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