l'intervista

Simone Pinelli «Tre giorni con Vasco per la Rai... Vivere una favola! E ama Brescia»

di Gian Paolo Laffranchi
Simone Pinelli con Vasco Rossi durante lo speciale realizzato per Radio 2 e Raiplay
Simone Pinelli con Vasco Rossi durante lo speciale realizzato per Radio 2 e Raiplay
Le foto con Vasco

Ogni eccezione ha la sua regola. «Ho sempre pensato che chi sta lavorando non ha tempo di fare foto, ma questa volta è diverso»: difatti. Questa volta era impossibile per Simone Pinelli non immortalare il momento. Quando mai ti ricapita di avere Vasco Rossi ospite per uno speciale per la radio (e presto anche per la tv), qualcosa che puoi scrivere, impostare, confezionare da te? Tre giorni gomito a gomito potendo intervistare, filmare, seguire, conoscere il rocker più amato dagli italiani. Esplorando la profondità dell'uomo dietro il mito, scoprendo che le due facce insieme compongono la medaglia di un cantautore unico, data la sua indiscutibile capacità di parlare al cuore della gente (di ogni genere).Non è un privilegio, quello toccato al quarantottenne bresciano cresciuto a Roncadelle, ex portiere, musicista (ha firmato «Superstiti» di Raf), autore radiotelevisivo («Ballando con le stelle») e conduttore radiofonico («Serendipity»). È l'ennesimo approdo per uno stakanovista che di gavetta ne ha fatta tanta.

Nel suo percorso dove collocherebbe questo speciale con Vasco?

Credo che sia il punto più alto della mia carriera. Raramente posto sui social qualcosa del mio lavoro, ma in questo caso l'orgoglio e la soddisfazione prevalgono. Niente male per un ragazzo di provincia! Sono contento.

Ieri su Radio 2, poi in onda su Raiplay. Difficilmente Vasco si concede così: come ci siete riusciti?

Ciò che conta è stato cogliere l'attimo. Il merito è di Gino Castaldo, che conduce con Ema Stokholma il programma di cui sono autore su Radio 2 ossia «back2back»: una squadra meravigliosa anche grazie alla regìa radio di Leonardo Carioti (preciso, puntuale e sicuro nella sua postazione) e a quella video di Mauro Sebastianelli (appassionato e amante del suo lavoro), grazie alla curatrice Laura Zullo (la persona che mi ha chiamato a questa avventura) insieme a Patrizia Critelli... E grazie alla direttrice Paola Marchesini e a tutto il suo staff per la fiducia e per lo splendido lavoro che hanno fatto. In realtà però se questo speciale così inconsueto si è realizzato il merito è soprattutto di Vasco Rossi. Perché l'ha voluto lui.

Cioè?

Vasco Rossi doveva venire a Roma per ritirare un premio importante, la Lupa Capitolina. Allora ha telefonato a Gino Castaldo per dirgli che gli sarebbe piaciuto essere ospite della trasmissione condotta con Ema: è un nostro ascoltatore. Io sono fortunato, da Gino imparo tutti i giorni qualcosa di più, con Ema spero di dividere ancora tanta strada perché lei è forte forte.

Assist di Castaldo, gol di Pinelli. Lei che da ragazzo faceva il portiere di Pavoniana, Nave, Quinzano...

Adesso gioco volentieri con la Rai.

Come ha conquistato il boss dei boss dell'universo-Blasco, l'influentissima portavoce Tania Sachs?

All'inizio è stata dura perché io ero troppo adrenalinico: mi sono rivolto a lei urlando «Sono Simone Pinelli, l'autoreeee della trasmissioneeee» e lei «Ok, ma perché strilli?». «È l'entusiasmo!», le ho risposto. Un bel modo di porsi, vero? Mi sono reso conto dopo. Ma le sono stato simpatico nella mia spontaneità, credo. Tania Sachs è bravissima e mi ha preso sotto la sua ala protettrice.

Com'è stato affiancato Vasco nella quotidianità?

Come vivere una favola! Sono stati 3 giorni intensi, ma condividere istanti sul palco e pochissimi momenti di «pace» lontano dall'immenso affetto che il pubblico ha nei suoi confronti è stato e sarà un momento fondamentale del mio percorso. Sarò sempre grato a Vasco Rossi per quello che è, per l'artista che rappresenta e per l'immensa umanità che mi ha regalato. Mi ha preso subito a benvolere per il mio accento: «Mi fai sentire a casa, in famiglia, mi ricordi Diego».

Diego Gu Spagnoli, storico direttore di palco del Blasco

E bresciano come me. Vasco ha Diego Spagnoli al suo fianco da una vita ed è molto legato alla nostra città: ricorda le prime date, i concerti al palazzetto dell'Eib... E sa bene quanto i fan bresciani gli siano rimasti fedeli nel tempo. Per tutte queste ragioni ama Brescia..

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