An Brescia, la delusione porterà la rivoluzione: pronto un nuovo ciclo

di Fabrizio Vertua
Per l’allenatore Alessandro Bovo  si attende una lunga estate di ricostruzione dell’An Brescia: l’obiettivo della società è iniziare un nuovo ciclo ONLY CREWVincenzo Renzuto Iodice, 30 anni
Per l’allenatore Alessandro Bovo si attende una lunga estate di ricostruzione dell’An Brescia: l’obiettivo della società è iniziare un nuovo ciclo ONLY CREWVincenzo Renzuto Iodice, 30 anni
Per l’allenatore Alessandro Bovo  si attende una lunga estate di ricostruzione dell’An Brescia: l’obiettivo della società è iniziare un nuovo ciclo ONLY CREWVincenzo Renzuto Iodice, 30 anni
Per l’allenatore Alessandro Bovo si attende una lunga estate di ricostruzione dell’An Brescia: l’obiettivo della società è iniziare un nuovo ciclo ONLY CREWVincenzo Renzuto Iodice, 30 anni

Mentre altri fanno festa alzando la Champions League, l’An Brescia si lecca le ferite di un fine stagione deludente su tutti fronti. A pesare in questa annata è il celebre «zero tituli» di Mourhiniana memoria. Situazione già vista e vissuta, a fare ancora più male è l’atteggiamento mostrato dalla squadra in queste sconfitte. E se, da un certo punto di vista, quelle contro il Recco potevano essere messe in conto alla vigilia, a gridare vendetta in cielo sono quelle patite contro l’Ortigia in semifinale di Coppa Italia e contro il Vouliagmeni nel quarto di Champions, sulla carta l’avversario più abbordabile del tabellone. Lo smarrimento, la remissività, l’incapacità di reagire caratterialmente non sono andate giù alla società. Nello sport la sconfitta fa parte del gioco, ma è il come matura che fa la differenza. E il come si è perso è il principale motivo di riflessione in questo momento in casa An. Non usa giri di parole il presidente Andrea Malchiodi: «Non bastano i complimenti e le fasi entusiasmanti di gioco durante la stagione, se poi al momenti clou, dove ciò che conta è vincere, fallisci completamente». A Belgrado ci sono stati momenti di confronto: un faccia a faccia fra società, allenatore e giocatori, subito dopo la sconfitta contro il Vouliagmeni, altri colloqui a livello personale fra dirigenti e singoli giocatori per verificarne motivazioni e concrete possibilità di una prosecuzione del rapporto: «La stagione vissuta è stata rovinata da questo finale e c’è delusione in tutti noi - conferma Malchiodi -. Come società abbiamo il compito di analizzare questa situazione e capire le motivazioni di questi risultati deludenti. Siamo una squadra che ha peccato in personalità, soprattutto nelle semifinali di Coppa Italia e in questa Final Eight di Champions, in cui abbiamo incontrato squadre tecnicamente inferiori e non abbiamo espresso i nostri valori. Sono gli enigmi da risolvere, ma anche i punti di partenza della prossima stagione: l’importante è trovare la via d’uscita». Guardando alla squadra per l’anno prossimo e in fase di definizione già avanzata, in questo momento la certezza sta nel ringiovanimento della rosa, con la partenza di alcuni ultratrentenni, il ritiro di Christian Presciutti e l’innesto di under 30. Oltre ai senatori Gitto (37) e Renzuto Iodice (30 anni, le certezze di questa An Brescia si fondano sul portiere Tesanovic 24 anni, sul secondo Baggi Necchi, 20; sul 28enne Dolce, sui 27enni Alesiani e Lazic, sul 25enne Kharkov e sul 21enne Gianazza. A questi vanno aggiunti i neoacquisti Del Basso (25 anni) e Irwing (28), il 19enne Balzarini, Guerrato (26 anni) e il probabile rientro di Manzi (25). Una squadra di prospettiva, magari non immediatamente competitiva ad altissimi livelli, ma potenzialmente in grado di generare un nuovo ciclo sul quale lavorare; oppure un’ulteriore rivoluzione e, clamorosamente, sparigliare le carte in tavola anche con la rescissione di alcuni contratti e l’ingaggio di nuovi giocatori. Tocca alla società capire e decidere che strada intraprendere. •. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Suggerimenti