Biancazzurri puniti da una prodezza firmata Galuppini

di /// Alessandro Maffessoli

Diciotto giorni di lavoro ad altissimo livello contro una squadra, il Renate, che è in campo da poco meno di una settimana. Si può spiegare così, oltre che con l’assenza di numerosi titolari, la sconfitta di misura subita dai biancazzurri contro la formazione brianzola. Nell’ultima sfida del ritiro camuno di Darfo, poi il gruppo riprenderà la preparazione nei prossimi giorni nel quartier generale di Torbole. I numerosi chilometri messi nelle gambe nelle ultime settimane tra scatti, ripetute, esercitazioni e partitelle, hanno fatto la differenza. Filippo Inzaghi non fa drammi, ma ora attende che qualcosa possa muoversi a livello di mercato. Come dargli torto. Se in attacco Bajic e Ayé, inizialmente schierati insieme a Spalek in un 4-3-3 (o 4-3-2-1 con la punta francese e lo slovacco più arretrati in partenza), hanno dimostrato di cercarsi e dialogare, ci sono alcune cose ancora da risolvere per quanto riguarda gli altri settori. Tra i pali è stato schierato Perilli, tutt’altro che impeccabile in occasione del raddoppio del Renate, mentre Joronen, in attesa di capire gli sviluppi sul fronte mercato, non ha preso parte all’amichevole per un problema al ginocchio. In difesa l’assenza di Cistana si è fatta sentire non poco. Il centrale di via Cremona è senza dubbio una guida sicura per tutto il reparto e per i compagni. Su tutti Mangraviti e Papetti, che hanno dovuto affrontare qualche problema di troppo nell’arginare gli attaccanti avversari. Quello di centrocampo è forse il reparto che necessita di maggiori ritocchi per quanto riguarda esperienza e qualità. Ndoj e Bisoli, due elementi che hanno ampiamente dimostrato di saper fare la differenza, sono ancora ai box. Dietro iniziano a farsi apprezzare i vari Tramoni, Andreoli e Ghezzi (a sua volta assente ieri). Ma basterà? Ieri il francese è piaciuto per intraprendenza e agonismo, pur avendo dovuto pagare qualcosa in termini di esperienza in occasione del vantaggio iniziale del Renate firmato con un colpo di testa da Sorrentino sugli sviluppi di un corner. Il Brescia ha saputo reagire nella maniera corretta, trovando il gol del momentaneo pareggio su rigore grazie ad Ayé: perfetta l’esecuzione dal dischetto dopo il fallo in uscita commesso da Drago su Bajic. Ma prima dell’intervallo, su un pallone apparentemente innocuo, ecco che arriva il gol del 2-1 definitivo per la squadra brianzola. La firma è quella di Galuppini, bresciano doc, ex Pallone d’Oro di Bresciaoggi e ultimo talento sfornato dalla «cantera» di Urago Mella (dopo i gemelli Filippini): un cross di destro si trasforma in un tiro imprendibile per Perilli che battezza male la traiettoria e si ritrova battuto. «Era un traversone» ci scherza su a fine partita Galuppini che, da tifoso biancazzurro, non esulta. Nella ripresa si contano almeno tre buone occasioni, soprattutto con Tramoni, ma il pallone non entra. Poco male. Ma per il debutto in Coppa Italia servirà un Brescia più tonico.•. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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