Brescia al giro di boa in zona Serie A con vista sulla vetta

di Vincenzo Corbetta
Tom van de Looi, 22 anni, imposta un’azione  osservato dal compagno di squadra Andrea Cistana, 24: il regista olandese sabato è stato tra i miglioriTutti intorno a Florian Ayé, match winner a Reggio Calabria FOTOLIVE
Tom van de Looi, 22 anni, imposta un’azione osservato dal compagno di squadra Andrea Cistana, 24: il regista olandese sabato è stato tra i miglioriTutti intorno a Florian Ayé, match winner a Reggio Calabria FOTOLIVE
Tom van de Looi, 22 anni, imposta un’azione  osservato dal compagno di squadra Andrea Cistana, 24: il regista olandese sabato è stato tra i miglioriTutti intorno a Florian Ayé, match winner a Reggio Calabria FOTOLIVE
Tom van de Looi, 22 anni, imposta un’azione osservato dal compagno di squadra Andrea Cistana, 24: il regista olandese sabato è stato tra i miglioriTutti intorno a Florian Ayé, match winner a Reggio Calabria FOTOLIVE

No, non si può dire che il Brescia in zona promozione diretta a metà stagione sia una sorpresa. Fin dalle prime giornate questa squadra ha mostrato la sua forza. Ha avuto battute a vuoto, rare per fortuna. In casa non va come in trasferta (12 punti contro 25) ma se inizia a girare anche al Rigamonti, per gli avversari è notte fonda. Le fondamenta di un campionato sin qui secondo le attese della vigilia sono state gettate in estate. Bravo il presidente Cellino a bloccare sul nascere i mugugni per la mancata conferma di un allenatore da 2 punti di media a partita, Pep Clotet, ingaggiando Filippo Inzaghi, il migliore su piazza per la Serie B, uno dal carisma pazzesco solo a sentirne pronunciare il nome e a pensare a chi è stato da centravanti e a chi è da allenatore, capace di vincere 2 campionati (la C con il Venezia, la B con il Benevento dei record) ma soprattutto di risvegliare l’entusiasmo di una piazza come la nostra che difficilmente si scalda per la squadra della propria città. Ma Inzaghi, da solo, non sarebbe bastato a dare sostanza alle ambizioni di ritorno in Serie A. Cellino ha piazzato una serie di colpi in tutti i reparti, difesa a parte: ha irrobustito la mediana con Leris e Bertagnoli e con la conferma di Bisoli, richiesto anche in Serie A; ha rinnovato l’attacco con Bajic, Moreo (specialista in promozioni: già 3) e Palacio. Ed è stato tra i pochissimi, gli va riconosciuto, a credere in Ayé, a secco in Serie A ma che in B sa fare la differenza e si è rivisto sabato a Reggio Calabria: doppietta alla prima da titolare. Del presidente, che ha il suo carattere (ma chi non l’ha) e i suoi perché, ci si inizia a fidare adesso. Il credito della promozione in A del 2018-19 è finito troppo presto con la stagione successiva, segnata dalla pandemia ma che mai e poi mai ha visto il Brescia davvero in lotta per la salvezza, se non nel doppio periodo della gestione di Eugenio Corini. Nella scorsa stagione Cellino ha dato il meglio di sè da gennaio. Ha ceduto i migliori della rosa, Sabelli e Torregrossa, con la squadra in zona playout. In febbraio si è affidato a un allenatore sconosciuto, Clotet. Ed è volato ai playoff. Quest’anno, oltre al colpo Inzaghi e al mercato oculato, in corsa ha richiamato vecchie conoscenze - il direttore dell’area tecnica Marroccu e il team manager Piovani - che sono persone di indiscutibile competenza. Il risultato sotto gli occhi di tutti è la classifica. Il Brescia è secondo con 37 punti in 19 partite, è a una sola lunghezza dalla capolista Pisa (ah, se al Rigamonti nello scontro diretto si fosse provato almeno a giocarsela: è l’unico ma grande rimpianto di questa stagione) e, grazie al pareggio imposto ieri dalla Spal al Benevento, è rimasto da solo nella piazza d’onore. Può essere raggiunto dal Lecce, che ha una partita in meno. Comunque, sempre secondo posto è. Sabato si riparte con il girone di ritorno. Al Rigamonti arriva la Ternana dei grandi ex Martella, che all’andata non era ancora stato ingaggiato, e Donnarumma che al Liberati sullo 0-0 fallì un’occasione colossale e in questa prima parte di stagione non si è confermato ai livelli di Empoli e Brescia (solo 7 reti) ma è sempre uno da guardare a vista. La vittoria di sabato a Reggio Calabria dopo la sosta è un bel segnale per tutti: la squadra, lo staff tecnico, la dirigenza, i tifosi. E aver ritrovato un’arma in più nei gol di Ayé non fa che aumentare l’acquolina in bocca. No, non si può dire che il Brescia in zona promozione diretta a metà stagione sia una sorpresa. •. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Suggerimenti