serie b

Brescia con Inzaghi, ma fino a quando?

di Alberto Armanini
Filippo Inzaghi, 48 anni, allenatore del Brescia: una presenza costante nelle prime 3 posizioni non gli è bastata per non essere messo in discussioneJesse Joronen, 28 anni, in allenamento a Torbole Casaglia: il portiere è alla terza stagione in biancazzurro FOTOLIVE
Filippo Inzaghi, 48 anni, allenatore del Brescia: una presenza costante nelle prime 3 posizioni non gli è bastata per non essere messo in discussioneJesse Joronen, 28 anni, in allenamento a Torbole Casaglia: il portiere è alla terza stagione in biancazzurro FOTOLIVE
Filippo Inzaghi, 48 anni, allenatore del Brescia: una presenza costante nelle prime 3 posizioni non gli è bastata per non essere messo in discussioneJesse Joronen, 28 anni, in allenamento a Torbole Casaglia: il portiere è alla terza stagione in biancazzurro FOTOLIVE
Filippo Inzaghi, 48 anni, allenatore del Brescia: una presenza costante nelle prime 3 posizioni non gli è bastata per non essere messo in discussioneJesse Joronen, 28 anni, in allenamento a Torbole Casaglia: il portiere è alla terza stagione in biancazzurro FOTOLIVE

Anzitutto i fatti. Primo: ieri pomeriggio l’allenamento del Brescia al centro sportivo di Torbole Casaglia è stato condotto da Pippo Inzaghi e dal suo staff al gran completo. Secondo: alla sessione hanno assistito anche gli Stati Generali della società, vale a dire Massimo Cellino e Francesco Marroccu. Terzo: tutto è parso fuorché una giornata post-terremoto, casomai un martedì di lavoro in vista di una partita che cade in un momento particolare dell’anno e della stagione. Quarto e ultimo: il Brescia si trova in zona promozione diretta, posizione che nei 3 campionati e mezzo di Serie B con Cellino presidente è stata occupata per un totale di 34 giornate su 136, vale a dire per il 25 per cento del tempo. Sono numeri eloquenti, che puntualizzano - sempre per stare sui fatti - che l’attuale condizione di classifica è da considerarsi fin qui una virtuosa eccezione e non sicuramente una regola. Non solo. Inzaghi ha la miglior percentuale (12 giornate su 18, il 66 per cento del tempo), mentre Corini è secondo (22 partite su 35, 62 per cento). Più che un terremoto il suo esonero sarebbe un clamoroso autogol. Abbandonando i fatti e virando sulle parole (che spesso però sottendono un messaggio trasversale, un intento motivazionale o chissà che altro), si rischia di sconfinare nel campo delle ipotesi, degli intrighi e delle divinazioni. Ecco perché dal discorso ai media, tra i quali Bresciaoggi, del direttore Marroccu bisogna salvare i due concetti chiave. Uno: «La notizia dell’esonero? Fuori tempo e fuori luogo». L’altro: «Il presidente è sempre molto vigile e molto presente. Con lui il terremoto è quotidiano. È uno che pretende e ha fatto degli investimenti». Dicesi investimento qualcosa che si semina oggi per raccogliere domani, con pazienza e prudenza. Ieri il campo di Torbole Casaglia ha detto che l’investimento su Inzaghi continua. Esonerarlo significherebbe trascrivere il suo nome dalla voce investimenti alla voce costi, un tema su cui un presidente-imprenditore è sempre particolarmente sensibile. E qualora la «pancia», l’insoddisfazione per qualche giocata storta o la mancanza di verve in una o più partite abbia davvero prevalso sulla ragione, ecco tornare utile la figura del direttore Marroccu, un equilibratore che ha il compito di tenere la barra dritta e condurre la nave in porto con tutto l’equipaggio al suo posto. Che lunedì, il giorno dopo la gara casalinga pareggiata per 1-1 con il Cittadella, possa essere accaduto qualcosa sta nell’ordine delle cose. Un confronto acceso, un litigio prossimo al punto di rottura, una rottura consumata o poi ricucita grazie a Marroccu o una piacevole chiacchierata con pacche sulle spalle fa lo stesso. A Torbole Casaglia, con il presidente e il direttore fuori dal campo e ciascuno al proprio posto dentro, il Brescia è parso ancora integro. Con i giocatori al lavoro per preparare l’assalto alla Reggina, i lungodegenti alle prese con il recupero e Jagiello ancora indisponibile. Se il «terremoto Cellino è giornaliero», come dice Marroccu, da qui a Santo Stefano ci saranno almeno altre 5 scosse. La cosa più importante è che la scossa decisiva venga dai giocatori e si consumi sul campo. •. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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