Brescia e Feralpisalò, qui si fa la storia

di Alessandro Maffessoli
La delusione di Emanuele Ndoj dopo la bruciante sconfitta con il GenoaLa gioia di Simone Guerra dopo la rete segnata domenica al MantovaDaniele Gastaldello: al Brescia rimangono 8 partite per evitare il baratroStefano Vecchi: alla Feralpisalò restano 5 turni per conquistare il paradiso
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Nel corso della loro storia le squadre di Brescia e Feralpisalò non sono mai state così vicine. Da una parte i biancazzurri, posizionati sul fondo classifica della Serie B, dall’altra i gardesani che, un gradino più in basso, dominano il girone A di C. La città a un passo dal baratro, con cinque punti da recuperare (a otto turni dalla conclusione) per raggiungere la zona salvezza, e quattro lunghezze di gap rispetto a chi oggi si giocherebbe la permanenza in categoria ai play-out. Sul versante opposto i verdeblù stanno vivendo un autentico sogno: l’ultimo turno di campionato ha permesso di allungare a quattro punti il vantaggio sull’inseguitrice più diretta, con sole cinque giornate ancora da giocare. L’obiettivo tanto caro al presidente Giuseppe Pasini è più che a portata di mano. Con il vantaggio di avere il destino interamente nelle proprie mani. Il derby bresciano? È più di una possibilità, ma tutto dipenderà dalle prossime settimane. La speranza è che si possa giocare, ma a livelli più alti. In B anziché in C. Ma a far tremare maggiormente è la situazione del Brescia che, a otto giornate dalla conclusione del proprio campionato, ha un gap piuttosto importante da colmare. Gli scontri diretti in chiave salvezza possono giocare un ruolo determinante, ma la squadra deve dimostrare di scrollarsi di dosso paure e incertezze che si sono palesate una volta subito il primo gol contro il Genoa. La sconfitta subita contro i rossoblù era anche preventivabile (la classifica riflette in maniera inequivocabile la differenza tecnica), ma la sensazione è che la squadra di Daniele Gastaldello si sia sciolta come neve al sole una volta incassato il secondo gol dai rossoblù poco oltre la metà della ripresa. Gardesani in rampa di lancio, Brescia che invece deve invertire la rotta per evitare di ripiombare nell’inferno di una Serie C che non gioca dalla stagione 1984/85 (all’epoca si chiamava C1). Sì, perché tra le diverse possibilità che questo pazzo finale di stagione può riservare, c’è anche quello di un avvicendamento tra le due squadre. La provincia che sorpassa il capoluogo, una situazione che a Brescia non si è mai vista. E che al solo pensiero fa una certa impressione. Ma che in altre realtà italiane è già stata sperimentata, o è tutt’ora in corso. È il caso del Modena, da dieci stagioni a questa parte costretto a inseguire il Sassuolo: nel 2012/13 il periodo di affiancamento è stato messo alle spalle con il sorpasso operato dai neroverdi, primi in cadetteria e ora solida realtà della massima serie. Clamoroso quanto avvenne durante la stagione 2015/16, chiusa con la retrocessione dalla B alla C dello stesso Modena, mentre in A giocavano le «provinciali» Sassuolo (6° posto finale) e Carpi, debuttante retrocessa per un solo punto. Sulla sponda occidentale dell’Oglio l’Atalanta è stata costretta, prima della recente escalation, a condividere la Serie B con Alzano Virescit e Albinoleffe, tra la fine degli anni ’90 e l’inizio del nuovo millennio. E le bresciane? Gli ultimi derby nella «vecchia» Serie C1 risalgono al campionato 1994/95. Mentre i biancazzurri arrancavano in A chiudendo la peggior stagione della loro storia (12 punti complessivamente raccolti, serie negativa di 15 ko consecutivi), Palazzolo e Ospitaletto erano impegnate nella terza serie italiana per cercare quella salvezza che poi non è arrivata.•. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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