Brescia, la copertura è a chilometro zero

di Vincenzo Corbetta
Massimiliano Mangraviti (al centro), 23 anni, svetta nella gara vittoriosa contro la Ternana: che prova per il centraleAndrea Cistana, 24 anni, in duello con il grande ex Alfredo Donnarumma, 30 FOTOLIVERiad Bajic esulta con Filip Jagiello: il nuovo Brescia piace e vince FOTOLIVE
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A Terni, nel debutto vincente in campionato, il Brescia non ha solo mostrato una mentalità offensiva ma ha mantenuto la porta inviolata. E, orgoglio nell’orgoglio, la coppia centrale difensiva era composta da bresciani cresciuti nelle giovanili: Andrea Cistana, gnaro di Porta Cremona, e Massimiliano Mangraviti, rovatese cresciuto nel Montorfano. Una diga giovane (47 anni in 2: 24 e 23), a chilometro (e costo) zero. Cistana, unico titolare del gruppo della promozione del 2018-19 (c’era anche Donnarumma, ma dalla parte avversa) era pure il capitano e ha portato la fascia al braccio comportandosi come il ruolo impone: con autorevolezza nei confronti di compagni e arbitro, con autorità sugli avversari. A parte l’occasione al 16’ del primo tempo, nata per lo sbilanciamento del Brescia su un angolo a favore, Donnarumma è stato letteralmente cancellato da colui che, fino a pochi giorni fa, era un compagno di squadra. Sarà un caso, ma la leadership di Cistana ha giovato anche al suo compagno di reparto. Mangraviti al Liberati è stato insuperabile dopo le incertezze di Crotone, soprattutto in occasione del 2° gol di Mulattieri, anche se la responsabilità non è solo sua: «Gol così non ne dobbiamo più prendere per come lavoriamo in settimana», ha ringhiato Pippo Inzaghi nel dopogara di domenica. In un ideale podio della trionfale trasferta di Terni Mangraviti c’è dietro a Bajic, goleador di giornata, e a Tramoni, sul gradino più alto per inventiva e apporto. Di Cistana si è spesso detto su queste colonne che sta studiando alla Bonucci, da regista difensivo capace di impostare il gioco. La sua brescianità si è manifestata appieno nella costanza e nella lucida serenità con cui ha affrontato il percorso di recupero dal grave infortunio che lo ha tenuto fuori a lungo. Dopo essere stato convocato nella Nazionale maggiore da Roberto Mancini nel novembre 2019, a 2 mesi dal primo gol in A contro il Bologna (15 settembre), la sua carriera pareva decollare: non pochi club del massimo campionato erano sulle sue tracce (Cagliari, Fiorentina, Napoli, Sampdoria). I viola lo sono tuttora. Ma prima la retrocessione, poi nell’ottobre di un anno fa il distacco della rotula del ginocchio destro con conseguente intervento chirurgico lo hanno frenato. Sarà un caso, ma nella scorsa stagione la risalita del Brescia dai playout ai playoff, conquistati all’ultima giornata, è coincisa con il ritorno a tempo pieno di Cistana. I gol al passivo si sono dimezzati e, in modo direttamente proporzionale, è raddoppiata la media-punti per la gioia dell’allora allenatore Clotet e del presidente Cellino. Essere orgogliosi della fascia a Cistana non significa farlo a discapito di Dimitri Bisoli, professionista impeccabile e centrocampista di valore. Lo ha confermato a Terni: escluso dalla formazione di partenza, dopo essere stato titolare in Coppa Italia, quando è entrato ha dato un contributo sostanzioso e nessuno davvero si è accorto che si trattava di un giocatore che aspira a giocare in Serie A, vista la richiesta della Sampdoria. Però, vedere il Brescia così spettacolare e allo stesso tempo impermeabile è una goduria. E che l’artefice di questa solidità sia la coppia centrale interamente bresciana è un orgoglio nell’orgoglio. •. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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