Brescia, la porta sigillata ideale punto di partenza

di Alberto Armanini
Filippo Inzaghi: allenatore del Brescia, classe 1973 AGENZIA FOTOLIVESimone Perilli sbarra la porta del Brescia: evitare di subire gol dev’essere il punto di ripartenza AGENZIA FOTOLIVEJhon Chancellor: venezuelano, difensore del Brescia, può partire
Filippo Inzaghi: allenatore del Brescia, classe 1973 AGENZIA FOTOLIVESimone Perilli sbarra la porta del Brescia: evitare di subire gol dev’essere il punto di ripartenza AGENZIA FOTOLIVEJhon Chancellor: venezuelano, difensore del Brescia, può partire
Filippo Inzaghi: allenatore del Brescia, classe 1973 AGENZIA FOTOLIVESimone Perilli sbarra la porta del Brescia: evitare di subire gol dev’essere il punto di ripartenza AGENZIA FOTOLIVEJhon Chancellor: venezuelano, difensore del Brescia, può partire
Filippo Inzaghi: allenatore del Brescia, classe 1973 AGENZIA FOTOLIVESimone Perilli sbarra la porta del Brescia: evitare di subire gol dev’essere il punto di ripartenza AGENZIA FOTOLIVEJhon Chancellor: venezuelano, difensore del Brescia, può partire

Vero che l'avversario era il Mantova e non il Real Madrid, ma una difesa che non prende gol è sempre un buon segnale. Inzaghi sa bene che i successi nei tornei a lunga gittata si costruiscono con la solidità del reparto arretrato. Da giocatore ha avuto esperienza diretta di cosa significhi affrontare difese chiuse ermeticamente. Fa niente se poi lui riusciva a trovare spazi che non esistono e segnava gol impossibili anche solo da pensare. Nella Serie B attuale, volenti o nolenti, non esistono giocatori come lui. Quindi la compattezza difensiva diventa a maggior ragione un obbligo. Un obiettivo da perseguire giorno dopo giorno, specie dopo anni in cui il Brescia ha sempre raccattato troppi palloni in fondo al sacco. Anche da allenatore SuperPippo ha sempre dato priorità al lavoro della difesa. Il suo Benevento ha vinto il campionato con soli 27 gol subiti mentre la concorrenza non riusciva a stare al di sotto dei 40. Anche a Venezia ha dato dimostrazione di saperci fare, con una squadra che ha chiuso la Lega Pro con la miglior difesa di tutti e tre i gironi (29 gol presi, pari merito con il Foggia) e ha centrato i play-off in B da neopromossa come terzo miglior reparto (42). Un caso? Niente affatto. Quando si tratta di dover vincere, Inzaghi parte da lì. Diversamente gli è capitato nei campionati in cui l'obiettivo era la salvezza. Il suo Bologna e il suo ultimo Benevento hanno preso troppi gol, un dato che ha contribuito per lui ad un esonero e a una retrocessione. Questo Brescia, però, è un'altra storia. Dopo aver sistemato la grana portiere (Perilli fin qui non è apparso del tutto convincente, di Joronen si è detto a più riprese) la difesa potrà dirsi completa. Già ora, però, si tratta del reparto più avanti con il lavoro. Contro il Mantova si è rivista la linea che aveva chiuso la stagione a Cittadella. Karacic a destra e Martella a sinistra più Cistana e Mangraviti centrali. Già così una buona linea. Un'importante aggiunta è poi arrivata da Chancellor, che ha parlato nel dopo partita. «Inzaghi ci dice che dobbiamo stare stretti, compatti - ha raccontato il gigante venezuelano -. E grande attenzione va al lavoro sulle palle inattive, dove spesso abbiamo preso troppi gol». Senza giri di parole, Chancellor ha individuato i cronici problemi aerei della squadra nell'eccessivo turnover di allenatori. «Ne abbiamo cambiati tanti in poco tempo e questo ha significato cambiare molti metodi di lavoro», ha concluso. Tradotto: non si può crescere se in una stagione ci si trova ad impostare il lavoro con quattro o più tecnici diversi. A maggior ragione in una situazione estemporanea come le palle inattive, che richiedono un lavoro rituale e grande sicurezza da parte di tutti. Inzaghi si è ripromesso di curare questo dettaglio in modo prioritario. Poi si farà tutto il resto. Le alternative, già oggi, non mancano affatto. Il pacchetto centrali mancherebbe soltanto di un «quinto» d'esperienza da aggiungere a Cistana (la stella), Mangraviti e Papetti (i giovani chiamati alla consacrazione) e Chancellor. Uno alla Gastaldello degli ultimi tempi, per intendersi. Mateju è considerato un terzino (destro) e si giocherà la sua chance con Karacic e Semprini. Dall'altro lato c'è Martella, sempre buono in fase offensiva benché ancora ballerino in ripiegamento, con Pajac e Capoferri. Dieci giocatori per quattro posti. Il resto lo farà la squadra, con quella fase difensiva «che parte dagli attaccanti» che tanto piace a retorici e allenatori (spesso una categoria unica).•. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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