Entrambi hanno scritto pagine di storia del calcio italiano, entrambi sono stati interisti, entrambi hanno cominciato e finito in provincia. Brescia e Monza sono nel passato di Evaristo Beccalossi e Gigi Di Biagio, spettatori interessati di un match che domani promette scintille. Anche se sulla carta un favorito c’è. «Il Monza è uno squadrone - sottolinea Di Biagio -. Brocchi è bravissimo ed è un amico, il Brescia ha perso Torregrossa e Sabelli che apprezzo da quando giocava nelle giovanili delle Roma. Ma in una partita può succedere di tutto». «Il Brescia ha tutto per vincere - sostiene Beccalossi - anche se il Monza è la corazzata del campionato. In tempo di Covid niente è scontato: chi poteva immaginare il Milan campione d’inverno? Cellino comunque ha indovinato la mossa prolungando il contratto a Dionigi: questo rinnovo dà tranquillità all’allenatore e chiarisce le idee ai giocatori». NUMERO 10 dell’Inter che vinse lo scudetto nell’80, Beck nel Brescia si era scoperto fuoriclasse. Il suo piede sinistro disegnò meraviglie innanzitutto nel ’74/75, contribuendo a vincere uno storico scudetto Primavera. Biancazzurro dal ’72 al ’78, ha costruito la sua carriera nell’Inter ma nel finale è stato prima a Monza, poi a Brescia. Ricordi differenti: «A Brescia sono diventato giocatore e mi sono rilanciato tornando in A nell’86, ma la ferita della retrocessione nell’87, con quell’incredibile sconfitta in casa contro l’Ascoli, non si è mai rimarginata. A Monza, la stagione precedente, arrivavo da un’estate senza preparazione e pagai il conto con uno strappo muscolare che mi tenne fermo 2 mesi». CENTROCAMPISTA o libero cresciuto nella Lazio, ex Roma ed ex Inter, Di Biagio ha disputato 31 partite in Nazionale segnando 2 reti (vice campione d’Europa nel 2000); a Monza era sbocciato dall’89 al ’92, a Brescia è stato dal 2003 al 2006 indossando la fascia di capitano. «Tre anni fantastici nel Monza, ero giovane e diventai leader - ricorda -. Nel Brescia mi sono trovato benissimo e di quel periodo non rimpiango tanto la retrocessione del 2005, era l’anno di Calciopoli e poi si è capito che non ci saremmo mai potuti salvare, ma il piazzamento del 2004: arrivammo undicesimi, avremmo dovuto essere più ambiziosi. Io lo dicevo a De Biasi, che con Baggio, Matuzalem, Mauri e Caracciolo avremmo potuto puntare più in alto. Eravamo forti». Balotelli domani sarà il grande assente. Buon per il Brescia, per Di Biagio: «Quando ha gli stimoli giusti, sa ancora fare la differenza». Sulla stessa lunghezza d’onda Beccalossi: «Mario è un mio pallino da quando lo vedevo giocare le prime partite nell’Inter. Mancini gli ha dato ovunque mille possibilità: anche nella partita che diede lo scudetto al Manchester City Balo doveva stare in tribuna per punizione, ma all’ultimo momento Mancio decise di portarlo in panchina e lui lo ripagò subentrando con l’assist della vittoria. Che talento, Mario! Peccato che abbia buttato così tante occasioni che ormai non ci spero più nemmeno io». • © RIPRODUZIONE RISERVATA