L'ANALISI

Brescia, un'estate
di lusso per costruire
la base salvezza

di Vincenzo Corbetta
La situazione della squadra a una settimana dal debutto ufficiale e a due dall'inizio del campionato. Sei vittorie con «scalpi» di blasone europeo come Besiktas e Valladolid Mantenuto lo spirito della promozione ma servono altri innesti di qualità
Il presidente Massimo Cellino in tribuna sabato al «Martelli» di Mantova con la moglie Francesca
Il presidente Massimo Cellino in tribuna sabato al «Martelli» di Mantova con la moglie Francesca
Il presidente Massimo Cellino in tribuna sabato al «Martelli» di Mantova con la moglie Francesca
Il presidente Massimo Cellino in tribuna sabato al «Martelli» di Mantova con la moglie Francesca

Saranno solo amichevoli d'estate. Ma vincere aiuta a vincere, idem mantenere le buone abitudini, come fare la propria la partita a tempo scaduto (Morosini al 93' contro il Real Valladolid). Il Brescia visto nell'ultima settimana nel fresco dell'Austria e nella fornace di Mantova non dispiace affatto. E non solo perché ha resistito all'escursione termica di 20 gradi, dai 17 di mercoledì ai 37 di sabato. Ed è sulla buona strada per gettare una solida base-salvezza.


CHE COSA colpisce di più? Intanto il consolidamento delle idee-cardine della scorsa, favolosa stagione. Il Brescia non snobba i dilettanti, come dimostra l'11-0 rifilato al Ciliverghe di Serie D nel terzo dei quattro test a Darfo, e allo stesso tempo non si fa intimidire dal blasone del Besiktas, la formazione turca che farà l'Europa League, e dal Real Valladolid, realtà della Liga spagnola. Gioca allo stesso modo: ritmi elevatissimi, attenzione quasi maniacale a seguire le indicazioni di Corini, che piovono copiose dalla panchina, indole offensiva con terzini che attaccano, mezze ali che si inseriscono, attaccanti e trequartista che sostengono con continuità la fase di copertura.


NON È tutto oro quel che riluce. Non ancora. Sei vittorie nelle sette amichevoli precampionato sono un segnale incoraggiante, ma non devono ingannare. In questo Brescia, feroce nell'applicazione e nel non stravolgere la propria natura, manca quel «quid» in più che dà l'esperienza della categoria che si sta per giocare. Cellino, finora, ha pescato molto all'estero. Ad eccezione del francese Ayé, che comunque fa intravedere numeri non banali, il finlandese Joronen in porta, il venezuelano Chancellor in difesa e la mezzala ceca Zmrhal si stanno inserendo in maniera incoraggiante. Manca un puntello da almeno 100 presenze in A per reparto, gente che conosce le insidie del massimo campionato italiano. Il Brescia - non ci si stancherà mai di ripeterlo - deve abituarsi a tutto: alla consistenza degli avversari, al metro arbitrale, alla Var e a tutte le sue implicazioni psicologiche. Reagire nel modo giusto anche a una decisione favorevole cambiata dalla tecnologia è basilare per conquistare i punti-salvezza. E rispetto alle avversarie parte in svantaggio per la conoscenza del campionato, in vantaggio per i meccanismi consolidati e soprattutto per l'entusiasmo che si respira all'interno del gruppo: armi da sfruttare appieno.Corini, da allenatore, ha conoscenza della Serie A. Sa come ci si salva: con il Chievo lo ha fatto 2 volte e non sempre nelle condizioni più favorevoli. Se il Brescia manterrà l'atteggiamento che gli ha permesso di vincere la B in carrozza e quello delle amichevoli, con altri 3 rinforzi può realisticamente essere ottimista.Il tempo per intervenire c'è, eccome. Anche se gli impegni che contano sono alle porte: domenica c'è il debutto in Coppa Italia, domenica 25 la prima di campionato a Cagliari. La base-salvezza è gettata. Ora va consolidata dopo un'estate di lusso cui non si era abituati da tempo immemorabile.


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