serie b

Calori spinge il Brescia «Ha una rosa da Serie A»

di Alberto Armanini
L'ex difensore e allenatore biancazzurro è stato anche giocatore degli avversari di domani. «Palacio è un lusso per la categoria, Moreo ha appena vinto la Serie B con l'Empoli Pure la difesa, nonostante i tanti gol presi, ha qualità con Cistana, Joronen e gli esterni»
Rodrigo Palacio, 39 anni, attaccante del Brescia: è uno dei fiori all’occhiello della squadra di Pippo Inzaghi FOTOLIVE
Rodrigo Palacio, 39 anni, attaccante del Brescia: è uno dei fiori all’occhiello della squadra di Pippo Inzaghi FOTOLIVE
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Rodrigo Palacio, 39 anni, attaccante del Brescia: è uno dei fiori all’occhiello della squadra di Pippo Inzaghi FOTOLIVE

Luglio 2000. Alessandro Calori passa dal Perugia al Brescia. Quando Carletto chiama, non gli si può dire di no. In Umbria è rimasto poco ma a suo modo è diventato un idolo, specie per il finale. Ha giocato 33 partite di Serie A più un’altra manciata tra Coppa Italia e Intertoto e ha segnato 5 gol in campionato, il suo miglior rendimento di sempre in una singola stagione. Il più famoso è l’ultimo, quello che a conti fatti ha tolto uno scudetto alla Juventus (squadra di cui in seguito ha confessato di aver fatto il tifo da ragazzo) nel famoso nubifragio su cui Collina ha fatto spallucce. A Brescia resta 2 anni, è una delle colonne della squadra di Mazzone, quella che ancora oggi detiene il record di punti in Serie A. Gioca con Baggio, Guardiola, Pirlo, Hubner. Anche a Perugia non gli era andata male, compagno di Melli, Rapajic, il futuro campione del mondo Marco Materazzi e soprattutto Nakata, il giocatore che più di tutti, in quegli anni, ha dato all’Italia calcistica la consapevolezza del cambio di millennio. Va da sé che Perugia-Brescia per lui non sia una partita come le altre. Ne ha vissuta una anche da allenatore (del Brescia), il 21 febbraio 2015. Epilogo amaro, una sconfitta per 1-2 con reti di Ardemagni e Falcinelli dopo l’iniziale vantaggio di Tonucci. Era il debutto della sua esperienza-bis in panchina. Domani si gusterà la partita. Emozione? Certamente. Ma la sensazione prevalente sarà «la curiosità. Ho visto sia Brescia che Perugia e sono 2 squadre completamente diverse - racconta -. Il Brescia ha più giocatori di qualità e più possibilità di scelta. È una squadra costruita per provare a vincere. Il Perugia invece è tosto, tignoso, ha un’idea di gioco ben precisa e non è facile da battere». Detta così sembra la moltiplicazione per undici delle filosofie di 2 uomini soltanto: Alvini contro Inzaghi. «Hanno due tipi di approccio diversi ma entrambi efficienti - garantisce Calori -. Alvini gioca con la difesa a 3, spesso privilegia gli uno contro uno, preferisce il gioco aggressivo, individuale e organizzato. Il Brescia, che pure ha un’organizzazione di squadra, può contare su più individualità che possono cambiare la partita da un momento all'altro». Dalle premesse non sembrerebbe una partita votata allo spettacolo: «Al contrario è più probabile che sia scorbutica, chiusa e aggressiva, specie da parte del Perugia. Chiaro che le giocate di qualità possono essere individuate in alcuni elementi del Brescia. Però il Perugia ha una buona compattezza. Credo possa essere decisa da un episodio». O dal guizzo di un singolo. «Alcuni nomi? Il Brescia ha Palacio, un professionista esemplare che può incidere sia partendo dall’inizio che dalla panchina. Ma non dimentico Moreo, che lo scorso ano ha vinto la B con l’Empoli, o van de Looi e Jagiello. A nomi è una squadra che può valere la A. Poi vincere non è mai facile». Vale la A anche difensivamente? «I gol che ha preso sono più frutto di automatismi da migliorare, dovuti anche al fatto che si è cambiato molto in estate - assicura Calori -. Non voglio dare un giudizio tecnico, non sono dentro alle situazioni. Ma vedo giocatori di livello: Cistana e Joronen, ma anche i terzini sono tra i più bravi della categoria. Di certo c’è qualche cosa da registrare a livello di fase e non di individualità ma il materiale è di qualità». Una materia pregiata che dovrà brillare in un luogo non sempre ospitale per il Brescia: «Ho visto la tradizione negativa al Curi ma non ho una spiegazione - precisa Calori -. A volte capita di andare su un campo e non vincere. Non c’è un perché. Sono corsi e ricorsi storici. La preparazione e l’impegno che si mette nelle varie trasferte sono sempre gli stessi. Alcune volte sembra che tu abbia preparato ,a gara alla perfezione, poi ci sono episodi sfavorevoli e non riesci a rientrare. Sono fattori anche casuali. Di certo però il Brescia dovrà giocare una grande partita perché l’avversario è tosto». •. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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