Capolavoro Brescia. Sfreccia pure a Monza e vola ai play-off

di Vincenzo Corbetta
La felicità dei giocatori del Brescia dopo la vittoria di Monza: i play-off sono realtà SERVIZIO FOTOLIVE / Filippo VeneziaFilip Jagiello: ingresso decisivo
La felicità dei giocatori del Brescia dopo la vittoria di Monza: i play-off sono realtà SERVIZIO FOTOLIVE / Filippo VeneziaFilip Jagiello: ingresso decisivo
La felicità dei giocatori del Brescia dopo la vittoria di Monza: i play-off sono realtà SERVIZIO FOTOLIVE / Filippo VeneziaFilip Jagiello: ingresso decisivo
La felicità dei giocatori del Brescia dopo la vittoria di Monza: i play-off sono realtà SERVIZIO FOTOLIVE / Filippo VeneziaFilip Jagiello: ingresso decisivo

Un capolavoro. Non ci sono altri termini per definire la vittoria di Monza e il finale di campionato che ha portato il Brescia ai play-off. Giovedì si gioca a Cittadella, alle 18: per ritrovare i biancorossi in semifinale non ci sono alternative alla vittoria. Come ieri, come nelle precedenti 3 partite, la base di questo momento stupendo che la città e il popolo biancazzurro finalmente stanno vivendo. La certezza di potersi giocare la Serie A arriva solo al fischio finale di Pairetto, ma il Brescia nei primi 8 c’è da 2 giornate, dopo il blitz di Vicenza, e non ne è più uscito. Già nei primi 69 minuti in Brianza, prima del gol di Ayé, è tra le elette, anche perché solo il Chievo sblocca quasi subito. I capolavori calcistici nei momenti che contano non sono mai casuali. Il merito maggiore del Brescia a Monza? L’aver saputo leggere le varie fasi della partita: parte forte, per far capire all’avversario le proprie intenzioni. Nella fase centrale del primo tempo va in difficoltà e il palleggio biancorosso, ad alta velocità e tecnica (tranne che nell’ultimo passaggio, spesso sbagliato), sembra prevalente. La squadra di Clotet, però, non si schiaccia su se stessa, non si asserraglia in trincea. Mantiene saldi non solo i nervi, ma le distanze fra i reparti e l’equilibrio. Di tanto in tanto riparte, viene salvata dalla traversa su una svirgolata di Frattesi che ne centrerà un’altra nella ripresa. Segnali benigni ma la fortuna, come dirà Clotet nel dopo gara, bisogna sapersela costruire. Anche sulle topiche altrui. Quella del Monza è di Bellusci, che si fa ammonire 2 volte nel primo quarto d’ora del secondo tempo. L’inferiorità numerica e la notizia dell’uno-due della Salernitana a Pescara, che cancella le ultime speranze biancorosse di promozione diretta, fanno il resto. Qui il Brescia è di nuovo grande nell’adattarsi magnificamente alle circostanze: accelera senza affanno, con la testa più che con le gambe o con la forza bruta. La rete rompighiaccio di Ayé al 24’ (deviazione su conclusione di Jagiello) è la fotocopia di quella di Inzaghi nella finale di Champions 2007 ad Atene con il Liverpool sul tiro di Pirlo, l’ultimo trionfo europeo del Milan, e Galliani in tribuna non può non averci ripensato con nostalgia. Ma il Brescia, questo Brescia si nutre di presente per alimentare un futuro degno della propria forza. Con l’uomo in più, prende il comando delle operazioni. È un assedio morbido, fatto con una circolazione molto intelligente del pallone e con l’affondo quando si può. Il 2-0 viene da un’azione d’angolo, da un’uscita un po’ così del portiere monzese Di Gregorio. Mangraviti corona la sua prova perfetta deviando in spaccata nella porta rimasta sguarnita. La Spal, intanto, è in vantaggio sulla Cremonese e questo paradossalmente migliora la classifica del Brescia, 7° e non più 8° come in caso di arrivo alla pari solo con il Chievo. Giovedì niente trasferta serale a Venezia, ma un viaggio più breve a Cittadella, mai battuto (0-3 in Veneto, 3-3 al Rigamonti dilapidando il triplo vantaggio). Paura? Come può averne una squadra che, a 4 giornate dalla fine, era lontana 5 punti dai play-off? Ecco l’altro capolavoro del Brescia. •. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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