Cellino, cinque anni sull’altalena

Massimo Cellino, 66 anni: è presidente del Brescia dal 10 agosto 2017. Sotto la sua gestione una promozione in Serie A nel 2018-2019
Massimo Cellino, 66 anni: è presidente del Brescia dal 10 agosto 2017. Sotto la sua gestione una promozione in Serie A nel 2018-2019
Massimo Cellino, 66 anni: è presidente del Brescia dal 10 agosto 2017. Sotto la sua gestione una promozione in Serie A nel 2018-2019
Massimo Cellino, 66 anni: è presidente del Brescia dal 10 agosto 2017. Sotto la sua gestione una promozione in Serie A nel 2018-2019

Su un fatto non ci possono essere dubbi: Massimo Cellino, di professione presidente del Brescia, sa fare bene il suo mestiere. Innanzitutto, da buon imprenditore, sa tenere i conti in ordine e poi è un vero competente di calcio. Può piacere o non piacere, si può obiettare sui modi ma è uno degli ultimi presidenti italiani a conoscere nelle pieghe la materia di cui si occupa quotidianamente. Il suo ingresso nel Brescia risale al 10 agosto 2017, 5 anni fa. In uno studio di Milano il passaggio di consegne con l’imprenditore bresciano Marco Bonometti e con Profida Italia, che 3 anni prima avevano evitato alla società una fine ingloriosa, consentendole di continuare a vivere in Serie B. Il primo lustro della gestione Cellino è sull’altalena: subito una salvezza all’ultima giornata, pareggiando a reti bianche lo scontro diretto con l’Ascoli. Nel 2018-19, dopo aver esonerato David Suazo dopo la terza giornata (e 2 soli punti in classifica), ecco l’intuizione di affidare la squadra a Eugenio Corini, che il primo maggio centra la promozione diretta in Serie A battendo l’Ascoli a Mompiano con rete di Dessena. Nel massimo campionato, però, il Brescia conferma la tradizione dell’ascensore: su e subito giù. Nel campionato diviso in due blocchi dalla pandemia, i biancazzurri cambiano allenatore in continuazione (Corini, Grosso, ancora Corini, Lopez) e retrocedono mestamente in B. Le ultime 2 stagioni tra i cadetti hanno una conclusione comune: qualificazione ai play-off ma assalto alla Serie A prima nel turno preliminare con il Cittadella, poi nella semifinale con il Monza. In mezzo la solita girandola in panchina: Delneri, il Lopez-bis, Dionigi, Clotet con il doppio interregno di Gastaldello tra un avvicendamento e l’altro (2 giornate in tutto) nel 2020-21; Inzaghi e il Corini-ter la passata stagione. Cellino ha impostato il mercato di questa estate non più sui nomi roboanti e non badando a spese, come nella passata stagione. Ha puntato sui giovani da valorizzare e richiamato Pep Clotet, che unisce la mentalità catalana del gioco a quella inglese della fisicità e del prendere sul serio anche le amichevoli, figurarsi la Coppa Italia come si è visto a Pisa. Lo ha portato qui da sconosciuto nel febbraio dello scorso anno e si è visto quando il presidente ci abbia visto lungo. Resta l’incognita della vicenda giudiziaria, dei 55 milioni di euro sequestrati. Ma sulla competenza e sulla capacità di Cellino di fare il presidente anche i detrattori non possono avere dubbi. •. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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