Il dopo partita

Esplode la contestazione: fuori dallo stadio disordini, danni e cariche. Cinque fermati

di Redazione web
Nove i feriti tra tifosi e forze dell'ordine, oltre a tre steward. Lancio di pietre, fumogeni e cariche. Cori contro Cellino, pattuglie in città per controllo.
Disordini dentro e fuori dal Rigamonti
Disordini dentro e fuori dal Rigamonti
I disordini dentro e fuori il Rigamonti - OnlyCrew

È di cinque fermati, al momento, il bilancio degli scontri avvenuti allo stadio Rigamonti di Brescia in occasione della gara di ritorno dei playout contro il Cosenza che ha condannato le rondinelle alla retrocessione in serie C dopo 38 anni. Nove i feriti, tra tifosi e forze dell'ordine, oltre a tre steward (due uomini e una donna) colpiti dai tifosi durante i momenti più caldi tra l'interno e l'esterno dello stadio. Uno di loro è ha ricevuto un calcio al petto ed è poi caduto (portato al Sant'Anna per sospetta frattura alle costole). La ragazza ha preso un paio di pugni. 

Il giorno dopo gli scontri: ecco cosa rimane - OnlyCrew

Scene di guerriglia ancor prima del triplice fischio: gli ultras bresciani hanno iniziato a lanciare fumogeni, alcuni sono entrati nel rettangolo di gioco, costringendo il direttore di gare a sospendere il match quando mancava meno di 1' al regolare triplice fischio. Il gol dell'1-1 del Cosenza al 95', che di fatto premiava i calabresi con la permanenza nella cadetteria, ha scatenato la reazione degli ultras che ha visto anche scontri con la polizia, entrata in campo per garantire che la situazione non degenerasse ulteriormente.

Brescia in C: ultras scatenati

Dopo circa mezz'ora di sospensione, l'arbitro ha decretato la fine del match. Tensione altissima fino a oltre mezzanotte con un bilancio di due feriti, si tratta di due steward della sicurezza del Rigamonti, un automobile a fuoco, quella del calciatore Huard del Brescia, e la minaccia con un coltello ad un altro giocatore della rosa.

Un'auto incendiata da un fumogeno all'interno del parcheggio degli ospiti (foto OnlyCrew)
Un'auto incendiata da un fumogeno all'interno del parcheggio degli ospiti (foto OnlyCrew)

Tensione anche nella metropolitana adiacente all'impianto dove sono stati lanciati lacrimogeni e la fermata è stata interrotta. Gli ultras della curva bresciana hanno inoltre tentato invano di sfondare le porte di accesso agli spogliatoi dove si erano rifugiati anche alcuni parenti dei giocatori presenti in tribuna.

Brescia in C: brucia l'auto di un giocatore

Cinque le persone accompagnate in questura, cinque le  macchine danneggiate di cui una data alle fiamme e nove feriti, nessuno in gravi condizioni. Questo un primo bilancio della notte di follia. 

L'inizio dei disordini al Rigamonti

Danni anche al negozio del Brescia Calcio a Mompiano.

Danni anche all'official store del Brescia calcio
Danni anche all'official store del Brescia calcio

 

Cronaca di una serata di caos

La contestazione violenta dei tifosi esplode dopo la delusione del match che condanna il Brescia alla Serie C. I fumogeni gettati in campo nell'area avversaria dalla Curva Nord, che costano la sospensione della partita, sono solo l'antipasto.

Appena gli ultras iniziano a defluire dallo stadio, inizia il disastro. Urla, slogan e subito atti di vandalismo. Un fumogeno lanciato dentro al parcheggio dove sostano le vetture degli ospiti, delle autorità e dei giocatori appicca un principio d'incendio, subito domato.

Brescia retrocesso in Serie C: la situazione fuori dallo stadio
Brescia retrocesso in Serie C: la situazione fuori dallo stadio

Dentro il Rigamonti rimangono bloccati, in attesa che la situazione ritorni sotto controllo, giocatori, dirigenti delle due squadre, arbitri e giornalisti. Viene respinto il tentativo di sfondare i cancelli, messo in atto dai più inferociti e invasati.

Passano solo pochi minuti e nel parcheggio piomba un'altra gragnola di fumogeni: uno centra il suv di un giocatore del Brescia, che prende fuoco. Danni ingenti. 

Brescia in C: brucia l'auto di un giocatore

Volano i primi sassi, con la polizia che risponde a suon di lacrimogeni. Alcune centinaia di esagitati rabbiosi si accaniscono su quel che trovano a tiro. Una panchina viene spaccata per ricavarne proietti rudimentali da scagliare. La massa di esagitati viene affrontata e caricata dalle forze dell'ordine in tenuta anti-sommossa, con caschi, manganelli, scudi di plexiglass. I tifosi si organizzano e iniziano a costruire barricate lungo la strada, ma vengono allontanati dall'ennesima carica. Arretrano e intonano cori densi d'ira e di risentimento verso la società, in particolare nei confronti del presidente Massimo Cellino.

Tutto attorno gli appassionati di calcio, quelli veri, osservano attoniti, in silenzio, e si defilano cercando di evitare di finire in mezzo alla bolgia.  

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