Eterno Ramorino. Oltre mezzo secolo da cannoniere

di Luca Goffi
Sergio Ramorino, classe 1969: «Dieci anni fa  volevo proseguire per qualche tempo. Lo penso ancora...»
Sergio Ramorino, classe 1969: «Dieci anni fa volevo proseguire per qualche tempo. Lo penso ancora...»
Sergio Ramorino, classe 1969: «Dieci anni fa  volevo proseguire per qualche tempo. Lo penso ancora...»
Sergio Ramorino, classe 1969: «Dieci anni fa volevo proseguire per qualche tempo. Lo penso ancora...»

Sfogliando le pagine della storia del calcio dilettantistico nostrano è impossibile ignorare il capitolo dedicato ad un attaccante intramontabile, Sergio Ramorino. La carta d’identità segna 1969, per intenderci l’anno in cui Samuel Beckett è stato insignito del Nobel per la Letteratura. Prendendo in prestito l’opera più celebre del drammaturgo irlandese «Aspettando Godot» potremmo considerare il ritiro dal calcio di questo bomber imminente. «Dieci anni fa affermavo che avrei proseguito ancora qualche anno. Però è la stessa cosa che ripeto ora» dice il goleador franciacortino, sornione. Non che la prospettiva di goderselo ancora un po’ dispiaccia al suo presidente Massimo Cocchetti ed ai suoi compagni di squadra del Real Rovato: grazie al suo gol hanno raddrizzato il derby contro il Franciacorta Erbusco. Non è affatto un caso che Sergio sia stato l’ultimo a segnare nella scorsa stagione (nel 3-3 con il Pianico) ed il primo ad inaugurare questa. «Sono soddisfatto per la prestazione, ma posso crescere ancora dal punto di vista fisico». La mentalità vincente dell’attaccante cinquantunenne lascia sbigottiti così come la voglia di rimpinguare il bottino dei suoi 277 gol. Ultimo della serie, il rigore vincente di domenica, a cui ha attinto alle sue geometrie di un ingegnere. Già perché al di fuori del rettangolo verde Ramorino si è costruito una carriera professionale invidiabile: «Mi sento realizzato, i risultati mi spronano a dare tutto sul campo di calcio» così il bomber del Real Rovato. Che dall’estate del 2017 gioca con un crociato rotto. Chi è soprannominato Il Principe, come un certo Diego Milito, non poteva non esordire nell’Urago Mella (1985/1986) nello stadio più argentino della nostra provincia, conosciuto come la Bombonera. Sudamerica calcistico che fa capolino due anni dopo, in un’amichevole estiva dalla caratura tecnica abbagliante in cui Ramorino ha affrontato il Napoli stellare di Maradona-Alemao-Careca. Protagonista anche nella sfida di lusso con il Brescia favoloso di Baggio e Guardiola, esperienza da sogno. Ma per chi è nato nel 1969, ossia nell’anno in cui Armstrong e Aldrin hanno effettuato l’allunaggio, il rapporto con le stelle dev’essere la cosa più naturale di questo mondo. Che il segreto della sua longevità sia la fame di reti? Il gol su di lui ha la stessa funzione salvifica del Ritratto per Dorian Gray. E dopo aver scalzato un mostro sacro come Keegan Bandera nella classifica dei bomber più anziani, rimane soltanto Mauro Saleri (52 anni) da battere. Distruggere questo bel quadro proprio ora sarebbe davvero un peccato. In fondo per il ritiro c’è sempre tempo.•. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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