INTERVISTA

Filippo Inzaghi: «Esigo la massima concentrazione: è una prova di maturità»

di Gian Paolo Laffranchi
Filippo Inzaghi, 48 anni: prima stagione sulla panchina del Brescia
Filippo Inzaghi, 48 anni: prima stagione sulla panchina del Brescia
Filippo Inzaghi, 48 anni: prima stagione sulla panchina del Brescia
Filippo Inzaghi, 48 anni: prima stagione sulla panchina del Brescia

C'è sempre una prima volta per tutto. Certo, se hai gonfiato le reti di tutto il mondo sollevando i trofei che tutti sognano e quasi nessuno riesce nemmeno a sfiorare, diventa difficile immaginarti emozionato all'idea di un debutto casalingo in Serie B.Invece, tutto è relativo. Questa sera non è una prima interna «normale» al Rigamonti, che può riaprire i battenti 553 giorni dopo l'ultima volta - e in mezzo c'è stata una pandemia. E non sono motivazioni «normali» ad animare la voglia di Filippo Inzaghi, che quando da bomber era SuperPippo aveva lo sguardo spiritato, tanta era la bramosia di reti, mentre da allenatore mostra gli occhi della tigre. «Il fatto - dice l'allenatore del Brescia - è che io vivo questo mestiere con entusiasmo ogni giorno, che si tratti di una seduta di allenamento o di una partita. Quando lavoriamo al campo di Torbole Casaglia come quando porto la squadra ad allenarsi al Rigamonti alla vigilia di una partita perché voglio assaporare insieme ai giocatori uno stadio da Serie A quale considero il nostro».

Brescia-Cosenza, questa sera, significa anche ritrovare il pubblico.
Io spero di regalare alla gente che verrà a vederci una partita coraggiosa. Voglio rendere fieri i nostri tifosi, così come sento la responsabilità verso il presidente che mi ha dato fiducia. Qui al Rigamonti venivo a vedere la Serie A in compagnia di mio padre: Brescia è vicina a Piacenza, dove sono nato, e del Brescia amo la storia, il suo tifo. Da ragazzo andavo in curva: vivo la stessa passione di allora e mi auguro che la gente torni sugli spalti in tutta Italia.

Per ora presenze al 50 per cento. Cosa ne pensa?
Già così i tifosi possono dare una grande mano, ma condivido il pensiero di quelli che vogliono stadi pieni al 100 per cento. Intanto mi auguro di vedere al Rigamonti più gente possibile.

Confermerà l'undici che ha vinto a Terni?
I dubbi che ho nascono dal fatto che tutti i miei giocatori si allenano molto bene. In queste prime partite, compreso l'esordio di Coppa Italia a Crotone, ho cercato di dare continuità anche perché gli ultimi acquisti arrivati non potevano essere in perfetta forma. Adesso c'è concorrenza ed è un fatto positivo. Gestire l'abbondanza è un problema che volevo avere: avevo chiesto due soluzioni forti per ruolo e sono stato accontentato. Con i 5 cambi a disposizione tutti saranno protagonisti di volta in volta.

Dalla Ternana al Cosenza: le insidie maggiori?
Difficile far gol al Cosenza, che è guidato ottimamente. Ma per noi è una gara spartiacque, prima della sosta del campionato. Esigo la stessa concentrazione di Terni. Per la mia squadra questa è una prova di maturità.

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