«Il Brescia ai bresciani? È giusto così»

di Alberto Armanini
Antonio Filippini quando indossava la maglia del Brescia: classe 1973, adesso fa l’allenatore AGENZIA FOTOLIVEEgidio Salvi (a destra) con Giampaolo Saurini: entrambi sono stati sia calciatori che tecnici del Brescia FOTOLIVE
Antonio Filippini quando indossava la maglia del Brescia: classe 1973, adesso fa l’allenatore AGENZIA FOTOLIVEEgidio Salvi (a destra) con Giampaolo Saurini: entrambi sono stati sia calciatori che tecnici del Brescia FOTOLIVE
Antonio Filippini quando indossava la maglia del Brescia: classe 1973, adesso fa l’allenatore AGENZIA FOTOLIVEEgidio Salvi (a destra) con Giampaolo Saurini: entrambi sono stati sia calciatori che tecnici del Brescia FOTOLIVE
Antonio Filippini quando indossava la maglia del Brescia: classe 1973, adesso fa l’allenatore AGENZIA FOTOLIVEEgidio Salvi (a destra) con Giampaolo Saurini: entrambi sono stati sia calciatori che tecnici del Brescia FOTOLIVE

«Brescia ai bresciani». Di tanto in tanto il refrain torna di moda. Un tormentone buono per tutte le stagioni. Brescia ai bresciani è anche il leitmotiv autunno-inverno del presidente Cellino. Che nella conferenza stampa di presentazione della nuova sponsorizzazione del settore giovanile targata Intesa San Paolo è partito da un dato inesatto per arrivare a un concetto che invece spacca il capello in due. «Oggi in Italia le primavere e i settori giovanili sono composti al 75 per cento da stranieri - ha detto Cellino -. Noi abbiamo il dovere, come presidenti di calcio e industriali, di stare vicino al territorio e puntare sui talenti di questa provincia». Il dato sbagliato è quello numerico. Ad oggi la quota di stranieri nelle primavere è di molto inferiore al 75%: tra Primavera 1, 2a e 2b i giocatori stranieri sono 250 su 1372, ovvero il 18,2% e più sotto si va dal 4,3 dell'Under 17c al 15,8 dell'Under 18. Gli italiani ci sono e sono pure bravi. (...)

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