Il Brescia di Inzaghi è già uno spettacolo: una prima da applausi

di Vincenzo Corbetta
Tutta la gioia di Riad Bajic dopo la rete che ha sbloccato la partita di Terni AGENZIA FOTOLIVE/Andrea Pomponi
Tutta la gioia di Riad Bajic dopo la rete che ha sbloccato la partita di Terni AGENZIA FOTOLIVE/Andrea Pomponi
Tutta la gioia di Riad Bajic dopo la rete che ha sbloccato la partita di Terni AGENZIA FOTOLIVE/Andrea Pomponi
Tutta la gioia di Riad Bajic dopo la rete che ha sbloccato la partita di Terni AGENZIA FOTOLIVE/Andrea Pomponi

Se il buongiorno si vede dal mattino (anzi da un pomeriggio di caldo immane), tra un po’ i tifosi del Brescia si scopriranno tutti Teneroni e ripeteranno all’infinito «Pippo Pippo Pippo» come il pupazzone rosa del grande Gianfranco D’Angelo. Forse chissà, ma questo Brescia non è Drive In. Fa tutt’altro che ridere, anzi alla Ternana non lascia nemmeno gli occhi per piangere e nemmeno per vedere il pallone: glielo nasconde per più di un’ora con una assoluta padronanza, soprattutto a centrocampo. Ma ogni reparto è sincronizzato e registrato, come se la squadra non fosse profondamente rinnovata ma giocasse insieme da tempo. Gli uomini sono quelli annunciati, il modulo pure (4-3-2-1), ma è la disposizione a sorprendere: Leris, Van de Looi e Bertagnoli in mezzo, Jagiello e Tramoni mezze punte dietro all’implacabile Bajic. Massimo Cellino sta attuando una rivoluzione di una profondità inaudita, ancora non percepita del tutto dalla piazza. Il gruppo della promozione 2018-19 praticamente non c’è più. L’unico titolare è Cistana (un capitano bresciano: emozioneeeeeeee!!!), Bisoli e Ndoj sono in campo nel finale, Spalek resta in panchina. Non ne rimangono altri a parte quelli che giocano nella Ternana, come Donnarumma, o come Martella da oggi agli ordini di Lucarelli. Bisoli non entra come uno che sia in partenza, al Liberati hanno l’acquolina in bocca nel pensarlo in rossoverde, ma il centrocampista è davvero così convinto di andare in un’altra piazza in B? Il Brescia è una gioia per gli occhi, soprattutto per chi gioca nel ruolo del figlio d’arte, in mezzo. Sono gli ingranaggi che fanno girare tutto il meccanismo e si può solo immaginare il piacere di giocarci, di esserne parte. La squadra del suo allenatore non ha solo l’entusiasmo e la passione, sarebbe riduttivo in primis nei confronti di Inzaghi e delle sue capacità. Il Brescia ha l’applicazione feroce per fare le cose al meglio, ha una impeccabile copertura degli spazi. E se dopo 16 minuti concede un’occasione colossale a Donnarumma (respinta di piede di Joronen), è perché sull’angolo a favore nell’area umbra ci sono 7 uomini che attaccano: il rischio calcolato di una squadra a trazione anteriore. Il Brescia è tutt’altro che scriteriato. Concedere un contropiede più 2-3 situazioni finali, quando la stanchezza incalza, è il minimo sindacale. Nel finale Inzaghi non si vergogna a operare cambi conservativi, che portano a difendere a 5. Stavolta il migliore dei centrali è Mangraviti: un vero e proprio muro. Cistana è una certezza e anche Chancellor è attento, come tutti i subentrati. Tra questi il più atteso è Palacio, che gioca dal 36’ del secondo tempo e sfiora la gioia personale (gran respinta di Iannarilli). Oltre al quasi-gol, difende. E prima di debuttare in B a 40 anni meno qualche mese durante la pause per dissetarsi sprona i compagni, consiglia i giovani. La ribalta, però, se la prendono il goleador di giornata, Bajic (doppietta, 3 gol in 2 partite ufficiali), e Tramoni, un frillino tutto pepe e classe, capace di scombussolare i piani della Ternana: Proietti e Agazzi, i 2 mediani di Lucarelli, sono costantemente sballottati dalla mobilità del fantasista, che va spesso alla conclusione. L’assist per il 2-0 di Bajic è da intenditori. Manca il 3-0, ma Inzaghi ha pure le qualità per trasmettere anche il cinismo sottoporta. Ne era il maestro riconosciuto. Chissà se lo sarà anche alla fine, se i bresciani si scopriranno tutti Teneroni. Forse, chissà...•. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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