Il Brescia è infinito Soffre, si salva al 90’ ma schiuma rabbia

di Vincenzo Corbetta
La grinta di Stefano Moreo dopo il gol del 2-2: un pareggio prezioso per il Brescia FOTOLIVE/Roberto Ramaccia
La grinta di Stefano Moreo dopo il gol del 2-2: un pareggio prezioso per il Brescia FOTOLIVE/Roberto Ramaccia
La grinta di Stefano Moreo dopo il gol del 2-2: un pareggio prezioso per il Brescia FOTOLIVE/Roberto Ramaccia
La grinta di Stefano Moreo dopo il gol del 2-2: un pareggio prezioso per il Brescia FOTOLIVE/Roberto Ramaccia

Bisogna mettere ordine nel minestrone di rabbie assortite per giudicare a mente serena il pareggio del Brescia a Frosinone. La squadra di Inzaghi va in vantaggio, poi si rintana e viene presa a pallonate dalla formazione di Grosso. Gli esterni ciociari, alti e bassi, sembrano il loro allenatore ai tempi del Mondiale 2006: sfrecciano come pendolini in orario e travolgono i deboli frangiflutti biancazzurri, fortunati nel poter contare su una diga come Joronen e sulla robustezza, fisica e mentale, di Cistana, che quantomeno sui palloni alti è presente. Per fortuna Moreo al 90’ imita il suo tecnico, avventandosi tra portiere e difensore su un cross senza pretese di Pajac e segnando un gol di una pesantezza inaudita.
È il 90’ e nel recupero di 5 minuti il Brescia fa quello che non si vede per tutta la gara: prende il ritmo agli avversari, li domina. In 300 secondi crea i presupposti per vincere (tiro di Tramoni ribattuto davanti alla linea a portiere superato) e soprattutto per sentirsi ancora defraudato dal Var. Chissà perché Dionisi di L’Aquila non viene richiamato allo schermo a bordocampo per vedere il contatto tra Ricci e Moreo: il regista del Frosinone tocca il centravanti del Brescia, l’arbitro è lì a un passo ed è talmente certo della sua valutazione da farlo capire con il linguaggio del corpo. Poi arrivano le immagini rallentate e non si capisce davvero il perché di questa decisione. Ed è la seconda volta che il Var sottrae qualcosa al Brescia. Era già accaduto ad Alessandria in occasione del gol di Corazza, viziato da un fuorigioco.

Ed è pure la seconda volta che Dionisi, con il Brescia, prende lucciole per lanterne. Il 6 febbraio, per colpa di un guardalinee persino tenero nel suo abbassare e alzare la bandierina, convalida il gol veneto del 3-2 di Frare nonostante un fuorigioco ultrachilometrico e il Brescia vede sfumare un triplo vantaggio per un abbaglio colossale. Ma questo di Frosinone non è da meno, soprattutto perché Dionisi è lì a un passo, senza nessuno che gli ostruisca la visuale. E Inzaghi nel finale si fa sentire, beccandosi l’ammonizione: come dargli torto?
C’è di bello che il suo Brescia non muore mai e, quando attacca, agli avversari non resta che asserragliarsi per evitare il peggio. E qui nasce il secondo motivo di rabbia della serata. Il Brescia ha la bravura di sbloccare dopo 12 minuti (traversone basso di Leris e tocco sottomisura di Bertagnoli). Poi, però, si rintana. Si dirà: così almeno evita di restare scoperto.
Il paradosso è che il Frosinone segna l’1-1 in contropiede e trova i biancazzurri disposti come peggio non si potrebbe. Mangraviti esce nel momento sbagliato e non impedisce a Canotto di servire l’1-1 a Zampano, che poco prima si vede annullare dal Var (allora c’è!) una splendida rete (tiro al volo di destro dalla distanza) per un velo di Gatti, in fuorigioco, che impedisce a Joronen di vedere il pallone. E 4 minuti dopo altra infilata del Frosinone e 2-1 di Canotto, con Joronen preso a pallonate e battuto solo al 3° tentativo. I suoi compagni stanno a guardare.
ella ripresa la situazione migliora, anche se solo nel finale il Brescia accelera grazie ai cambi e al passaggio dal 4-3-3 iniziale al 4-4-2. E quando Moreo inventa il 2-2 al 90’, ecco la squadra che si dovrebbe sempre vedere per il suo bene: d’attacco, imperiosamente offensiva, anche rischiando qualcosa (salvataggio di Chancellor su Charpentier a porta sguarnita). Poi, per cortesia, per un po’ basta Dionisi. E che il Var serva davvero a qualcosa. •. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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