Moreo formula vincente «Col gruppo si può tutto»

di Gian Paolo Laffranchi
Maglia numero 9, fisico da granatiere, Stefano Moreo posa nella sala stampa del centro sportivo di Torbole Casaglia AGENZIA FOTOLIVE/Filippo VeneziaIl neo acquisto biancazzurro in campo 2 volte su 2 fra coppa e campionato
Maglia numero 9, fisico da granatiere, Stefano Moreo posa nella sala stampa del centro sportivo di Torbole Casaglia AGENZIA FOTOLIVE/Filippo VeneziaIl neo acquisto biancazzurro in campo 2 volte su 2 fra coppa e campionato
Maglia numero 9, fisico da granatiere, Stefano Moreo posa nella sala stampa del centro sportivo di Torbole Casaglia AGENZIA FOTOLIVE/Filippo VeneziaIl neo acquisto biancazzurro in campo 2 volte su 2 fra coppa e campionato
Maglia numero 9, fisico da granatiere, Stefano Moreo posa nella sala stampa del centro sportivo di Torbole Casaglia AGENZIA FOTOLIVE/Filippo VeneziaIl neo acquisto biancazzurro in campo 2 volte su 2 fra coppa e campionato

Segna poco? Forse. Tutto è relativo. Ma vince i campionati: mica da tutti. Amato dagli allenatori per la sua utilità come un Igli Tare (che poi ha fatto successo anche da dirigente, e forse non è un caso), Stefano Moreo è appena salito in A con l’Empoli ed era salito in B con il Venezia. L’allenatore era Filippo Inzaghi e no, ovviamente non è un caso. «Sicuramente la chiamata di Inzaghi è stata decisiva - dice il neo attaccante del Brescia, in campo in Coppa Italia a Crotone e in campionato a Terni -. Avevo conquistato la Serie A e il mio obiettivo era giocare in quella categoria, ma non mi è stata data la possibilità di farlo. A quel punto non ci ho pensato due volte». Inzaghi, da centravanti, era un cannoniere vero. Da allenatore è rimasto attaccante: «Lo conosco, so come lavora, è un tecnico che non si accontenta mai. Ho riflettuto e ho capito che c’erano tutti i presupposti per far bene. Inzaghi vuole tutti sul pezzo e giustamente pretende il massimo. (...)

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