«Scegliere Brescia per me è stato molto semplice perché conosco la sua storia e non ci ho pensato due volte». Reuven Niemeijer, la storia, vuole riscriverla di proprio piede. E va dritto al punto nella presentazione sul sito ufficiale del Brescia. Le cifre dicono che agisce nello stesso modo in area avversaria: la scorsa stagione 20 reti (e altrettanti assist) in 46 partite con l’Excelsior di Rotterdam tra B olandese, play-off e coppe. Niemeijer evidentemente sa bene che Brescia ha avuto fior di goleador: Caracciolo e De Paoli, gli unici ad aver superato quota 100 (179 l’Airone, 102 il Gigi); l’indimenticabile Hubner e Baggio, che era tutto; Altobelli e Toni, diventati campioni del mondo; Possanzini e Donnarumma, il capitano e il cannoniere delle ultime 2 promozioni in A datate 2009-10 e 2018-19. Modelli da studiare e ristudiare. Ma non c’è solo il passato cui ispirarsi. A fianco dell’olandese c’è Florian Ayé, la cui percezione tra chi vive e respira biancazzurro non è esattamente quella di una punta che detiene 2 record: 1) il primato di gare a segno consecutivamente (7), strappato nientemeno che a Baggio, fermatosi a 6; 2) è il capocannoniere straniero di tutti i tempi con 22 reti (20 in B, una nei play-off e una in Coppa Italia). E il francese, oltre a Stefano Moreo e Flavio Bianchi, spera che la vicinanza di Niemeijer giovi come a Thijs Dallinga, re cadetto dei marcatori nei Paesi Bassi con 32 reti in 37 gare e appena ceduto al Tolosa, Serie A francese. Niemeijer, classe 1995, dunque non solo segna ma fa segnare: «Il mio obiettivo è essere utile alla squadra in tutte le maniere che posso - dichiara al sito ufficiale biancazzurro -. Lavorerò sodo per contribuire con gol e assist». Nelle 2 amichevoli in ritiro a Ronzone ha già timbrato il cartellino: una volta contro l’Alta Anaunia di Prima categoria, 2 con la Settaurense di Promozione. Domani, per il debutto stagionale al Rigamonti arriva la Sampdoria, un’avversaria di Serie A che sta svolgendo la preparazione in Alta Valcamonica. Un banco di prova non indifferente per Niemaijer, il cui ostacolo maggiore finora è la lingua: «Sì, non parlare ancora l’italiano complica un po’ la situazione - ammette -. Devo cercare di impararla il prima possibile». In questa fase iniziale lo aiuta il connazionale Tom van de Looi, perno della regia, pronto a lanciarlo anche in campo: «Una presenza importante - riconosce Niemeijer -. Mi sta aiutando molto nelle traduzioni, sta facendo tantissimo per aiutarmi: lo apprezzo molto». Il suo allenatore Pep Clotet è uno specialista nel valorizzare i giocatori. Ayé è diventato il miglior goleador straniero biancazzurro grazie ai 12 gol (sui 16 totali di quella stagione) in 18 gare con il tecnico catalano. E anche l’altalenante van de Looi ha dato il meglio con Clotet: «La prima impressione è ottima - assicura Niemeijer -: chiede di giocare palla a terra e ad alta intensità. Sembra perfetto per me e il mio modo di giocare. In particolare mi dice di credere in me stesso, di lavorare molto e di farlo per il collettivo». E intanto, oltre all’italiano e agli schemi di Clotet, c’è pure il passato biancazzurro da memorizzare come si deve. Caracciolo e De Paoli, Hubner e Baggio, Altobelli e Toni; Possanzini e Donnarumma. Con predecessori simili, come si fa non cadere nella tentazione di riscrivere la storia di proprio piede?•. © RIPRODUZIONE RISERVATA