Novanta minuti con le difficoltà degli spareggi

di Alberto Armanini sport@bresciaoggi.it
Un colpo di testa di Bjarnason nel primo tempo: il pallone sfiorerà il palo
Un colpo di testa di Bjarnason nel primo tempo: il pallone sfiorerà il palo
Un colpo di testa di Bjarnason nel primo tempo: il pallone sfiorerà il palo
Un colpo di testa di Bjarnason nel primo tempo: il pallone sfiorerà il palo

La corsa continua. Vittoria doveva essere e vittoria è stata. Sono tre punti che annullano gli sforzi della concorrenza e rilanciano le (a questo punto legittime) ambizioni play-off del Brescia. Una volta tanto, però, è nelle circostanze negative della partita che bisogna mettere il becco. Perché questa gara consegna con cristallina precisione una serie di situazioni che, se applicate al contesto dei play-off, restituiscono l’immagine di un Brescia attrezzato per provare anche l’assalto alla Serie A. Due saranno le condizioni necessarie, qualora si riuscisse ad acciuffare la qualificazione agli spareggi, per provare l'impossibile. Primo. Vincere tutte le partite in virtù del peggior posizionamento di classifica. Secondo. Saper reagire ai momenti negativi delle partite mantenendo lucidità. La prima circostanza si può verificare dal vantaggio del Pisa, che sorprende un Brescia troppo molle nell’approccio. A quel punto - specie per i risultati che arrivano dagli altri campi - la squadra di Clotet ha ancor di più l’obbligo di vincere per non vanificare la rincorsa e buttare nuovamente Chievo e Spal giù dalla torre. Così accade. Il piattone di Ayé e il cambio di atteggiamento dei primi minuti della ripresa, da cui arrivano il calcio di rigore e le altre reti, sono esattamente quel che servirà in una gara secca con un solo risultato a disposizione. Quanto ai momenti negativi della partita, il Brescia si trova ad affrontarne almeno quattro, uno diverso dall’altro. Il primo, di entità più lieve, è il gol annullato a Donnarumma. Una rete regolare, con Alfredo che scatta un buon metro dietro alla linea di Meroni. Di fronte al torto, però, il Brescia non si scompone. Anzi, alza il pressing con Ndoj, Bjarnason e Labojko, recupera palloni preziosi, verticalizza e si guadagna il rigore per il 2-1. Il secondo episodio negativo è ancora una volta un calcio di rigore ma sul fronte opposto, concesso dall’arbitro per trattenuta di Pajac su Sibilli. Qui il self control è tutto di Joronen, che si distende e para da campione. Qui si entra nel terzo momento no, non un episodio ma un periodo, con il Pisa che attacca e sembra mettere alle corde un Brescia che oscilla. Ma la resistenza a oltranza funziona. Non solo, produce il ribaltamento di fronte che vale il 3-1 di Ayé. Dalla gran paura per il pari al doppio vantaggio è un attimo. Peccato che si torni presto nella condizione precedente, con il secondo rigore per il Pisa e la rete del 3-2. Qui il Brescia mantiene i nervi saldi, rialza la testa e fa il 4-2. Toscani ricacciati indietro, tre punti di nuovo blindati. È il gol di Sibilli a 5 minuti dal 90’ ad aprire il quarto e ultimo momento avverso, dove di nuovo il Brescia è chiamato a difendere il vantaggio conquistato con le unghie e con i denti per condurre la nave in porto. Fosse stata una gara play-off la resistenza finale avrebbe avuto ancor più valore. In fin dei conti sono state prove generali per quel che potrebbe venire e hanno detto che, nel caso, il Brescia è pronto. Non resta che l’ultimo tassello. L’appuntamento, manco a dirlo, è a casa di Mario Balotelli. •. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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