Ora il Brescia sa difendersi. Dimezzati i gol incassati: una svolta nella continuità

di Alberto Armanini
Jesse Joronen vola, la difesa biancazzurra fa buona guardia: da 2 partite il Brescia vince senza incassare reti AGENZIA FOTOLIVE/Simone Venezia
Jesse Joronen vola, la difesa biancazzurra fa buona guardia: da 2 partite il Brescia vince senza incassare reti AGENZIA FOTOLIVE/Simone Venezia
Jesse Joronen vola, la difesa biancazzurra fa buona guardia: da 2 partite il Brescia vince senza incassare reti AGENZIA FOTOLIVE/Simone Venezia
Jesse Joronen vola, la difesa biancazzurra fa buona guardia: da 2 partite il Brescia vince senza incassare reti AGENZIA FOTOLIVE/Simone Venezia

La svolta del Brescia, chiamiamolo pure effetto Clotet-Gastaldello, è tutta scritta nei numeri difensivi. Prima che questa strana coppia iniziasse il lavoro in tandem sulle due fasi di gioco, cioè fino alla gara con il Cittadella compresa, il Brescia prendeva in media 1,66 gol per partita. Tradotto in numeri assoluti fa 35 reti prese in 21 gare. Dalla trasferta di Lecce in avanti la media è precipitata a 0,83 gol subiti per gara: la metà. In totale 5 in 6 partite con ben 3 «clean sheet» per Jesse Joronen. Non sono numeri casuali ma il risultato di scelte precise. Molti vedono nel rientro di Cistana il vero ago della bilancia. Non potrebbe esserci verità più grande. Con il gnaro di via Cremona in campo, il Brescia ha preso soltanto un gol in tre gare, per altro su sua personale responsabilità in marcatura contro l’Entella. Significa che Cistana ha saputo fare la differenza nel bene e nel male. E implicitamente vuol dire che si tratta del centrale più importante di tutta la rosa, che può cambiare il centro gravitazionale dell’intero reparto o lasciare indifesi (è proprio il caso di dirlo) i compagni in caso di errore (come a Chiavari) o infortunio. D'altronde lo si scriveva su queste stesse colonne prima che Cistana tornasse in campo con l'Entella. Quando c'è lui la media punti della squadra si alza, se manca le cose precipitano. Questo dato è stato determinante anche per il mancato ricorso al mercato di gennaio nel reparto difensivo. Giusto criticare in quel particolare momento (non c'era la certezza che Cistana tornasse quello di prima); ma chi ha scelto di puntare su di lui, ha visto bene. Con il ritorno di Cistana anche Joronen sembra essersi ripreso il Brescia. Dopo qualche passaggio a vuoto, errori evidenti ed altri errorini innescati dalla difficoltà della difesa nel proteggerlo, il finlandese è riuscito a tornare decisivo. Le parate con il Venezia e l'Entella sono lì a dimostrarlo. Due prestazioni di grande livello che hanno confermato, casomai ce ne fosse bisogno, che si tratta di uno dei migliori numeri uno dell'intera Serie B. Oltre ai due singoli, però, Clotet ha fatto affidamento anche su un'altra dinamica: la continuità. Nelle sue sei partite i cambi della linea difensiva sono stati ridotti al minimo. A Lecce si è presentato con Mateju, Mangraviti, Chancellor e Martella. Con il Chievo un solo cambio: Pajac per Martella. Un quartetto poi confermato con la Cremo. Dall'Entella si è poi passati a quella che il catalano considera la sua difesa titolare: Pajac, Chancellor, Cistana, Karacic. Pajac è stato poi rimpiazzato da Martella per le due gare successive ma gli altri tre sono rimasti gli stessi. È una formula fiducia che permette alla squadra di avere punti di riferimento arretrati e poche oscillazioni. Curioso che in questo scenario il giocatore mai sostituito sia stato Chancellor, non solo un punto di riferimento per il ruolo ma anche per la lingua. Non va dimenticato che il venezuelano parla lo spagnolo come Clotet e può farsi messaggero delle istruzioni del tecnico con i compagni di reparto. Anche la gestione di Papetti, il meno impiegato, è stata intelligente. Scontata la squalifica lo ha tenuto a riposo sgravandolo di responsabilità su eventuali risultati negativi salvo poi inserirlo poco per volta quando le cose hanno ricominciato a funzionare. Questo vuol dire saper preservare il talento e tutelare il più giovane del pacchetto. Ecco perché Cellino stima Clotet. •.

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